Morto Domenico Losurdo, filosofo marxista che ci ha spiegato la necessità di un pensiero di sinistra
È morto ieri a 77 anni, in seguito a una malattia incurabile, il professor Domenico Losurdo, filosofo da sempre controcorrente, di impostazione marxista, militante, politico comunista famoso a livello internazionale. Un comunista convinto che raccontò Stalin non solo in negativo, che studiò il pensiero di Lenin e che, grazie alla sua formazione marxista-leninista lo aveva avvicinato all’esperienza cinese, dai tempi di Mao, esperienza che non aveva mai rinnegato. Alle ultime elezioni politiche era stato vicino al movimento "Partito al popolo".
Nato a Sannicandro di Bari nel 1941, aveva studiato a Urbino, università dove aveva poi insegnato a lungo. I suoi primi studi avevano avuto per oggetto Kant, Hegel, Marx, Lukács, Gramsci. Succesivamente si dedicò a dissacrare le filosofie e i filosofi borghesi»: da Locke a Nietzsche, fino ad Hannah Arendt e Heidegger. Era stato anche un militante e dirigente di partito, prima nel Pci, poi in Rifondazione, infine nel nuovo Pci nato pochi anni fa. Va ricordata la presidenza dell’«Associazione Marx XXI», e di recente la partecipazione alla rinascita on line della rivista Marxismo oggi.
Negli ultimi tempi, dopo la pubblicazione de "La lotta di classe. Una storia politica e filosofica e Il marxismo occidentale. Come nacque, come morì, come può rinascere", era tornato a riflettere sulla necessità di una ripresa del pensiero di sinistra che sapesse conciliare lotte nazionali e antimperialistiche e lotte sociali, in una combinazione non sempre convincente ma interessante. Un contributo di pensiero che continuerà a essere presente e stimolante.
