Morte Bernardo Bertolucci: Moravia, Ammanniti, Borges, il regista “letterario” per eccellenza
Quasi mai, come nel caso di Bernardo Bertolucci, un uomo di cinema è stato anche uomo di lettere. Amava i libri e gli scrittori – che lo riamavano a loro volta – e dai libri e dagli scrittori fino alla fine è stato attaccato come lo è stato il suo cinema. La sua ultima pellicola al cinema è "Io e te" adattamento dal romanzo best seller di Niccolò Ammaniti. Ma è stato il Novecento il secolo letterario per eccellenza di Bertolucci, che oggi il nostro Paese piange per la morte.
Figlio di un grande poeta come Attilio Bertolucci – che era stato grande amico di Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia, vicino a Elsa Morante, a Cesare Garboli, a Enzo Siciliano, a Dacia Maraini – a Parma imparò ad amare i libri e le letteratura, e sviluppò la passione per l'Opera e il melodramma italiano. Il capostipite della nouvelle vague cinematografica italiana fu infatti un grande amante dei topos melodrammatici che non a caso utilizzò in tutti i suoi film.
Quasi tutti veri e propri capolavori come "Novecento", "Ultimo tango a Parigi", "Piccolo Buddha" e il film "L’ultimo imperatore" premiato con nove premi Oscar, ma anche film più piccoli e allo stesso tempo ferocemente giovanilli e di struggente bellezza come "The dreamers", "Io ballo da sola", "Il conformista" vero e proprio capolavoro tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia.
A sancire il rapporto strettissimo tra vita, cinema e letteratura in Bertolucci, un dato: in una filmografia di sedici film, ben cinque film sono stati i film di origine letteraria, cioè sceneggiature non originali tratte da racconti o romanzi. Come "Il tè nel deserto", pellicola del 1990, tratta dall'omonimo romanzo di Paul Bowles. Oppure la "Strategia del ragno" del 1970, ispirato liberamente a un racconto di Jorge Luis Borges, "Tema del traditore e dell'eroe".
Poesia, opera, pittura, letteratura. Il cinema straordinariamente visivo di Bertolucci si è intessuto di relazioni costanti con una cultura gigantesca e la capacità di utilizzare l'ampio ventaglio del sapere e della creatività umana. In un'epoca di tecnici incolti, di straordinari geni privi della tavolozza dei colori, resta un impareggiabile esperienza, un maestro totale, tramite