Morta Giuliana Morandini, la scrittrice che raccontò l’inferno delle donne nei manicomi
Morta a Roma la scrittrice Giuliana Morandini. Aveva 81 anni. Friulana di origine, di Udine, era nata nel 1938, viveva tra il Veneto e la Capitale. Nei suoi libri, dai romanzi alla saggistica, c'era un'attenzione speciale per la cultura mitteleuropee e la letteratura femminile. Nel 1978 aveva vinto il Premio Prato per la narrativa con "I cristalli di Vienna", mentre con "E allora mi hanno rinchiusa" vinse il prestigioso Premio Viareggio per la narrativa. In questo volume, edito da Bompiani, furono raccontate le storie di donne rinchiuse negli ospedali psichiatrici prima della legge Basaglia, che arrivò nel 1978 a regolamentare le modalità con cui le persone sottoposta a trattamenti psico-sanitari, venissero poi rinchiuse in quelli che all'epoca erano ancora i manicomi. Successivamente la carriera della Morandini fu costellata di successi e molti premi, tra i più importanti, Qualche anno dopo, infatti, nel 1992, trionfò nel Premio Flaiano per "Sogno a Herrenberg".
Giuliana Morandini, tra saggistica e romanzo
Si è dedicata a lungo di saggistica, passando attraverso diversi temi, di letteratura in lingua tedesca e al teatro. Oltre ad aver curato la pubblicazione di opere di Euripide e di Samuel Beckett, infatti, si era occupata dell'edizione tedesca dei lavori teatrali di Pier Paolo Pasolini. Uno dei settori meno noti del grande scrittore, friulano anch'esso, a cui la Morandini sentiva di essere molto legata. Nel 2006 aveva pubblicato "Notte a Samarcanda", mentre l'anno successivo aveva ricevuto l'onorificenza dall'allora presidente Napolitano, che l'ha nominata Commendatore della Repubblica Italiana.