Modigliani torna a casa 100 anni dopo: Livorno dedica una mostra al suo “giovane favoloso”
Da Montparnasse a Livorno solo andata. Il figliol prodigo livornese, quel genio di Amedeo Modigliani, torna a 100 anni dalla morte (morì a Parigi all'Hopital de la Charité il 24 gennaio 1920) nella città che gli diede i natali. Motivo per cui il Museo della città propone, dal 7 novembre 2019 al 16 febbraio 2020, quattordici dipinti e dodici disegni dell’artista, appartenuti a Paul Alexandre e Jonas Netter. Opere non esposte molto frequentemente, come il ritratto di grandi dimensioni Fillette en Bleu del 1918 o quello di Chaïm Soutine del 1916, amico del pittore durante gli anni parigini. Tutte le opere raccontano gli anni alla Ville Lumiere, gli anni di droga e alcol di Modì, e trasudano la vita dei quartieri parigini di Montmartre e Montparnasse, dove l'irresistibile Amedeo si era legato a Guillaume Apollinaire, al collezionista Paul Guillaume, allo scrittore Blaise Cendrars.
Modì: da Parigi a Livorno, il ritorno a casa 100 anni dopo
Primeggia, tra gli altri, il ritratto Elvire au col blanc, che immortala la bellezza di Elvira, ritratta da Modigliani ben quattro volte, e c’è la Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) del 1919, che mostra Jeanne Hébuterne mentre si rivolge allo spettatore in un atteggiamento pieno di eleganza. Per il curatore della mostra, Marc Restellini, storico dell'arte francese, direttore del museo, fondatore della Pinacothèque de Paris e specialista in Amedeo Modigliani:
La mostra è un ritorno a casa. Sono felice di questa occasione. Non poteva esserci decisione migliore di portare la mostra di Modigliani nella sua città nell'anniversario del centenario della morte. Qui a Livorno Amedeo Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico e qui a Livorno mi auguro che la storia, e non solo il mercato, possano approfittare di questa meravigliosa opportunità per dargli la giusta posizione nella storia dell’arte occidentale.