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MoBa, il museo che espone le opere d’arte più brutte del mondo: ecco le peggiori

Il Museum of Bad Art espone centinaia di opere fra le più brutte del mondo: ritratti deformi, paesaggi inesistenti e animali bizzarri sono solo alcuni dei pezzi forti conservati dal museo, che ogni anno si arricchisce di nuovi “capolavori”.
A cura di Federica D'Alfonso
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"Libertà e giustizia", Anonimo, acrilico su tela
"Libertà e giustizia", Anonimo, acrilico su tela

Esistono opere d’arte “troppo brutte per essere ignorate”: dunque perché non esporle in un museo? È questa l’idea alla base del Museum of Bad Art di Brookline, nel Massachusetts. Una galleria divenuta negli anni un vero e proprio tempio della bruttezza, che registra migliaia di visitatori l’anno.

L’idea di creare un vero e proprio museo dedicato al brutto dell’arte arriva quasi per caso, negli anni Novanta: l'antiquario Scott Wilson trova nell’immondizia quello che diventerà successivamente il dipinto simbolo della collezione, dal titolo “Lucy in the Field with Flowers”. Un amico, forse consapevole che al peggio non c’è mai fine, gli suggerisce di mettere insieme una collezione: in poco meno di un anno Wilson colleziona talmente tanti dipinti da doverli trasferire nel Dedham Theatre di Boston per permettere ai migliaia di visitatori di ammirare la “bruttezza” delle sue opere d’arte.

Dal 1995 il MoBa, il cui nome è provocatoriamente ispirato al ben più noto MoMa, ha aperto altre due sedi, una a Somerville e l’altra a Brookline, nel Massachusetts. La ormai vastissima collezione del museo conta centinaia di opere, per la maggior parte anonime o donate dagli stessi autori, che hanno in comune un solo e unico particolare: tutte hanno una qualità speciale che le distingue da quella che si chiamerebbe “semplice incompetenza”.

Quando la bruttezza è arte

"La preghiera ascoltata", Anonimo, acrilico su tela
"La preghiera ascoltata", Anonimo, acrilico su tela

Il MoBa ha standard di selezione molto severi, e nove opere su dieci non vengono accettate perché non sono abbastanza brutte. Per entrare a far parte dell’ambita collezione si deve trattare prima di tutto di un’opera realizzata da qualcuno che abbia alle spalle una formazione artistica. Ma la mancanza di talento non basta: il MoBA ricerca opere che stupiscano i visitatori per la loro inusuale bruttezza, e rifiuta qualsiasi oggetto sia semplicemente kitsch. Tutto, per portare avanti l’ideale di un’arte che, pur essendo brutta, resta sempre e comunque “arte”.

Ma come fa un quadro ad essere davvero brutto? I curatori del museo spiegano come elemento comune degli artisti che popolano la galleria del MoBa sia quello di non saper dipingere mani e piedi, che risultano sempre deformati o irriconoscibili. La prospettiva inoltre è quasi inesistente, così come inesistente è la coerenza nei materiali utilizzati: molte opere usano contemporaneamente pittura, glitter, piume e, talvolta, anche capelli veri incollati sulla tela.

Le opere più brutte

La collezione permanente del MoBa conta circa 500 opere suddivise in varie sezioni, che vanno dalla tradizionale ritrattistica ai paesaggi, ma a queste si affiancano tele particolari come quelle che ritraggono “paesaggi improbabili”, personaggi inesistenti e nudi d’autore, oltre a una sezione dedicata alle opere sugli animali.

Fra gli esperimenti artistici “più importanti” custoditi nel museo c’è un’opera anonima che ritrae un uomo in mutande seduto su un vaso da notte, realizzata con lo stile del puntinismo e dal titolo “Sunday on the Pot with George”. C’è poi un cane giocoliere vestito con un gonnellino hawaiano, soggetto principale dell’opera “Huggling Dog in Hula Skirt” di Mari Newman. Ci sono poi nature morte, quadri a tema sacro, e una lunga serie di paesaggi immaginari dai colori sgargianti e dalle forme più disparate. Opere strane, con soggetti deformi e inusuali e tecniche confuse: ogni anno la collezione del MoBa si arricchisce di pezzi, per fortuna, unici nel loro genere.

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