Missione Egitto: in mostra l’avventura archeologica italiana a inizio ‘900
È visitabile al Museo Egizio di Torino fino 10 settembre la prima mostra dedicata alla Missione Archeologica Italiana in Egitto fondata da Ernesto Schiaparelli. Per la prima volta, infatti, saranno visibili contemporaneamente i documenti d’archivio e i materiali fotografici che raccontano l’attività degli scavi italiani in Egitto nei primi anni del Novecento. Uno storytelling interessante, che mette in luce non solo l'importanza degli scavi, ma anche le storie e le vicende dei diversi protagonisti delle ricerche archeologiche del Museo Egizio.
Un modo di fare cultura in un museo, insolito per i siti italiani, che punta sull'elemento biografico dei protagonisti e il rapporto tra vita e reperti. Sono esposti, infatti, anche oggetti di lavoro e testimonianze dirette, il che consente di equiparare, in un certo senso, uomini e donne vissuti nel secolo scorso alla pari dei personaggi antichi. La mostra "Missione Egitto 1903-1920", infatti, ha il suo focus sul materiale d’archivio, spazio in cui “scavare” per illuminare la prospettiva sulle proprie collezioni museali.
Missione Egitto: storia di un'impresa
In questo senso, diventa fondamentale nella narrazione della mostra una figura imprescindibile della Missione Archeologica Italiana in Egitto. Il suo fondatore, Ernesto Schiaparelli, che nel fu chiamato a dirigere il Regio Museo di Antichità, lavorando in un ufficio molto simile a quello ricostruito per l'occasione della mostra. L’arricchimento delle collezioni del Museo Egizio restò lo scopo del suo lavoro, attraverso l’attenzione al contesto archeologico e alle relazioni fra gli oggetti, alla valorizzazione dei frammenti e nella cura verso la loro conservazione, che passò attraverso il restauro. Soprattutto quello che Schiaparelli iniziava già sul cantiere del ritrovamento Ogni operazione effettuata è stata documentata con appunti, disegni e moltissime fotografie. Il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, ha dichiarato:
Dedicare una mostra temporanea alla Missione Archeologica Italiana (M.A.I.) e alla figura di Ernesto Schiaparelli che ne fu il fondatore, significa rendere omaggio a uno degli elementi costitutivi dell’identità del Museo Egizio. La costruzione identitaria è un processo complesso in cui è imprescindibile guardare alla propria storia e confrontarsi con essa. Questa esposizione non è dunque un mero approfondimento di un segmento della storia del Museo ma è la sottolineatura di uno degli aspetti che reputiamo fondamentali per la vita dell’Egizio: il lavoro di scavo.
Mentre la Presidente Evelina Christillin ha aggiunto:
Credo che sia molto importante valorizzare il rapporto che lega il Museo Egizio a Torino. Il contesto storico generale in cui si colloca l’avventura archeologica del Museo Egizio è ricostruito all’inizio del percorso, inquadrando gli eventi principali nella più ampia cornice politica e culturale dell’inizio del Novecento, quando gli studiosi intrattenevano rapporti professionali e personali con i più eminenti ricercatori italiani e stranieri, mentre le innovazioni tecnologiche iniziavano a condizionare il lavoro e la vita di tutti i giorni. Infatti, in quegli anni Torino si connotava come polo industriale e creativo, brulicante di movimento e fiducia nel progresso.