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Milano, un’opera di Christo tra i capolavori confiscati alla criminalità organizzata

Aprirà al pubblico il 28 Settembre al Palazzo Litta di Milano, la mostra “Arte Liberata” la collezione dei capolavori confiscati alla criminalità organizzata nell’attività di due operazioni di sequestro avvenute tra il 2014 e il 2016. Tra i 69 capolavori ritrovati alcuni sono stati realizzati dagli artisti che hanno preso parte ai grandi movimenti artistici di avanguardia del novecento.
A cura di Laura Ghiandoni
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Aprirà al pubblico il 28 Settembre al Palazzo Litta di Milano, la mostra “Arte Liberata” la collezione dei capolavori confiscati alla criminalità organizzata nell’attività di due operazioni di sequestro avvenute tra il 2014 e il 2016. La mostra curata da Beatrice Bentivoglio-Ravasio include 69 opere realizzate da autori italiani e stranieri vissuti di grande rilievo nel panorama storico internazionale del XX e XXI secolo.

I capolavori più importanti della raccolta sono realizzati dagli artisti che hanno preso parte ai movimenti delle neo avanguardie del novecento: una rara scultura di Jean Arp e due di Arnaldo Pomodoro, una serie di opere su tela di Victor Vasarely, un precoce empaquetage di Christo, un’importante grafica di Andy Warhol che ritrae Giorgio Armani, nonché capolavori dei principali rappresentanti dell’Arte Povera e concettuale da Giuseppe Penone a Pier Paolo Calzolari. Notevoli anche i lavori di Castellani e Spalletti, le accumulazioni di Arman, il Senza Titolo di Gianni Colombo, la grande tela di Emilio Vedova.

La mostra è stata organizzata dal Segretariato regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia che nel biennio tra il 2014 e il 2016 ha collaborato con l’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, in veste di consulente tecnico-scientifico e principale beneficiario dell’azione di restituzione.

L’autenticità delle opere confiscate è stata certificata dagli esperti che hanno constatato la presenza della documentazione d’acquisto di cui erano dotate quasi tutte le opere. I capolavori, secondo il parere degli esperti, sono stati acquistati da un professionista dell’arte tra gli anni ottanta e i primi del duemila in una prospettiva di collezione internazionale, quindi da parte di un vero intenditore.

La mostra “Arte Liberata” però non ha un valore meramente culturale e artistico, ma è la materializzazione del lavoro compiuto dalle Forze dell’Ordine e dalla Magistratura nell’operazione di sequestro nell’ambito di due procedimenti per gravi reati finanziari avvenuti nell’area lombarda. Le opere confiscate alla mafia sono il simbolo di come la giustizia riesca ad avere il suo corso per riportare un bene direttamente agli italiani. E’ anche un ottima occasione per parlare di educazione alla legalità dei comportamenti e offrire uno spunto per una riflessione sul senso civico e sul senso di giustizia.

Per questo il Segretariato Regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Lombardia qualche tempo fa ha auspicato la ricollocazione delle opere in una sede dove vengano adeguatamente esposte e celebrate in modo permanente, un Polo Museale dell’arte Liberata, un museo di tutta quella parte del nostro patrimonio artistico e culturale ritornato grazie alle forze dell’ordine in nostro possesso. Il Polo sarebbe creato a Milano sotto la guida della stessa Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

L’idea è stata pienamente accolta proprio in questi giorni dall’Agenzia Nazionale e quindi inizieranno presto i lavori per la realizzazione del polo. Nel frattempo che è in corso d’opera, la collezione sarà esposta e valorizzata adeguatamente presso la GAMEC – Civica Galleria di Arte Moderna di Bergamo – che si è dichiarata disponibile a valorizzare le opere mentre aspettano di essere collocate nel museo apposito.

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