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Milano, i diari di Frida Kahlo al Teatro Libero con lo spettacolo Frida K.

Dopo il successo riscosso nella scorsa stagione teatrale da “Frida K. Vita di Merda con pittura”, torna dal 1 febbraio al Teatro Libero di Milano lo spettacolo di Serena Nardi tratto dagli scritti della pittrice messicana.
A cura di Redazione Cultura
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Dopo il successo riscosso nella scorsa stagione teatrale da "Frida K. Vita di Merda con pittura", torna al Teatro Libero di Milano lo spettacolo con testo di Serena Nardi tratto dagli scritti della pittrice messicana. Da giovedì 1 a martedì 6 febbraio, infatti, il teatro meneghino ospiterà questo piccolo affresco sulla vita, gli amori e la morte della celebre pittrice messicana, divenuta una delle icone del ventesimo secolo. Serena Nardi, anche alla regia e in scena assieme a Sarah Collu, pone lo sguardo sull’artista in relazione al suo rapporto con la morte e alle ombre che accompagnarono tutta la vita di Frida.

Una messa in scena che prende il via dai fatti biografici, così come Frida Kahlo stessa li racconta nei numerosi scritti che ci ha lasciato. Gli episodi che segnarono l’esistenza di questa donna straordinaria sono la partitura su cui si costruisce una scena che squarcia la tela di nuvole dipinte per mostrarci la forza e la tenacia con cui Frida Kahlo si aggrappava alla vita, che la morte le contendeva fin dall’adolescenza.

Frida ci viene mostrata letteralmente appesa a una serie di nastri rosso sangue, da cui pendono, come tanti tarocchi che già hanno rivelato ciò che dovevano rivelare, dettagli di alcuni dipinti famosi.  Non vuole staccarsene, Frida, non vuole smettere di giocare a questo gioco – che per lei fu doloroso e difficile per gran parte del tempo – perché la vita le scorre dentro e da lei si riversa nella passione che traspare dalla pittura, dalle fotografie, ma anche dalle esperienze di cui ha sempre goduto appieno, senza risparmiarsi.

Compagna di gioco sarà la morte, venuta a prenderla, questa volta senza possibilità di appello. Sullo sfondo un grande schermo bianco mostra, in un dialogo con la scena e con le attrici, immagini girate nella Casa Azul di città del Messico, rifugio di Frida, e nei luoghi e nei dettagli della natura della sua terra che tanto ritroviamo nei dipinti più noti. Quasi un’esposizione dei pensieri nascosti e dei ricordi di Frida, che esattamente come faceva nel suo dipingere, si mostra senza vergogna, senza risparmio, senza nulla trattenere.

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