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Milano celebra Maria Callas nella mostra fotografica “Un dì, felice, eterea”

Gli spazi della Fondazione Pasquinelli, dal 10 al 23 dicembre, ospiteranno la mostra dedicata alla “divina” Maria Callas e al poliedrico regista milanese Luchino Visconti, attraverso la ricostruzione di due costumi disegnati da Lila de Nobili per La Traviata che andò in scena al Teatro alla Scala nel 1955. Il pubblico potrà rivivere l’opera viscontiana attraverso le immagini storiche firmate da Erio Piccagliani.
A cura di Silvia Buffo
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Maria Callas
Un ritratto fotografico di Maria Callas, nell'esposizione "Un dì, felice, eterea"

"Un dì, felice, eterea", si intitola così l'elegante mostra in omaggio a Maria Callas e a Luchino Visconti. Sarà inaugurata il 10 dicembre, negli spazi espositivi della Fondazione Pasquinelli di Corso Magenta, per festeggiare un anno dall’inizio di un importante sodalizio, tutto milanese, tra la
Fondazione Pasquinelli e l’Accademia
Teatro alla Scala. Lo scopo della Fondazione è quello di promuovere il progetto triennale "Un patrimonio da tramandare– A Scuola di Scala", destinato a sostenere alcuni dei corsi di palcoscenico dell’Accademia
scaligera.

La didattica dei corsi è strutturata per la trasmissione del sapere artigianale e dell’abilità manuale, con una metodologia che, come nella bottega rinascimentale, privilegia il contatto diretto del maestro con l’allievo in un percorso di costante apprendimento quotidiano. All’interno di questa tradizione di altissimo artigianato, il corso per sarti dello spettacolo, nato nel 1997 per volontà di Cinzia Rosselli, responsabile del Reparto sartoria del Teatro alla Scala e ancora oggi coordinatore tecnico del corso, permette di acquisire competenze specifiche per la realizzazione di abiti di scena, attraverso un programma che abbraccia tutte le fasi di lavorazione del costume, dalla preparazione e confezione alla manutenzione e conservazione.

Il piano didattico si amplia con un progetto di ricostruzione dei costumi disegnati dalla De Nobili, andati irrimediabilmente perduti in circostanze ancora oggi non chiarite. Gli allievi hanno compiuto un lavoro filologicamente accurato e corretto, attingendo sia alla documentazione fotografica dello spettacolo scaligero sia alla testimonianza della nipote del regista, Cristina Gastel Chiarelli.

Sotto la supervisione dei docenti gli allievi hanno lavorato alle diverse fasi della creazione, dalla realizzazione dei prototipi in tela fino alla confezione e decorazione. L'insegnamento e il supporto didattico sono stati affidati a grandi nomi, fra cui si annoverano oltre a Cinzia Rosselli, Rita Citterio, responsabile del Magazzino Costumi del Teatro alla Scala ed esperta di tecniche di elaborazione costumi, Sabina Rostri, tagliatrice di costume storico-teatrale, Patrizia D’Anzuoni, responsabile del Reparto Sartoria Vestizione del Teatro alla Scala ed esperta di tecniche di elaborazione costumi, Maria Chiara Donato, esperta di costume storico teatrale e Pasqualina Inserra, docente di tecniche sartoriali. Prezioso il contributo dell’azienda Taroni di Como e della Fondazione Lisio di Firenze, che hanno donato i tessuti, in raso di seta duchesse. La Fondazione fiorentina, in particolare, ha donato il tessuto damascato utilizzato per il ‘costume nero', ricreando appositamente per il progetto il motivo del disegno originale.

La mostra offrirà al pubblico l’occasione di rivivere l’opera viscontiana attraverso le immagini storiche firmate da Erio Piccagliani, gentilmente concesse dall’Archivio Fotografico del Teatro alla Scala. Inoltre si potranno ripercorrere le fasi di lavorazione dei costumi attraverso le immagini realizzate da Siria Chiesa, ex allieva del Corso per fotografi di scena dell’Accademia. Per la Fondazione Pasquinelli questa esposizione rappresenta l’unione tra le due attività centrali che la connotano da sempre: da un lato la musica perseguita attraverso il presidio lombardo del Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili voluto dal Maestro Claudio Abbado, dall’altro l’attività espositiva che ha già dato luogo a più mostre d’arte molto apprezzate dal pubblico.

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