Milano, alle Gallerie d’Italia oltre 50 opere in mostra sull’ultimo Caravaggio
La mostra "L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri. Napoli, Genova e Milano a confronto" a cura di Alessandro Morandotti, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli, rappresenta un eccezionale approfondimento delle vicende artistiche sviluppatesi nelle città di Napoli, Genova e Milano a seguito della scomparsa del Merisi. Così dal 30 novembre 2017 all’8 aprile 2018 le Gallerie d’Italia, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, presentano una imperdibile mostra sull'ultimo Caravaggio.
A partire da quel capolavoro che è l'ultimo dipinto conosciuto del Merisi, "Il Martirio di sant’Orsola" dipinto a Napoli e lì, da consuetudine, conservato, capolavoro finale del maestro che morirà poche settimane dopo, e che sarà il punto di partenza per un confronto con gli artisti del tempo, divisi tra chi ne raccolse l’eredità e chi invece intraprese nuove strade. Al dipinto è dedicato un focus speciale, principale opera della collezione di Intesa Sanpaolo, recentemente esposta al Metropolitan Museum of Art di New York e sino alla fine di novembre inserita nel percorso di visita della mostra "Dentro Caravaggio a Palazzo Reale a Milano".
Il Martirio di Sant'Orsola: tra naturalismo e barocco
La tela è una straordinaria testimonianza della stagione estrema di Caravaggio, dipinta nel 1610, alla fine del suo secondo soggiorno partenopeo. Immediatamente inviato a Genova a Marcantonio Doria, che l’aveva commissionato, il Martirio però non riscosse immediata attenzione: le reazioni furono tiepide, se non indifferenti, perché le preferenze artistiche erano altre, come mostra il dipinto, raffigurante sempre il Martirio di sant’Orsola, realizzato da Bernardo Strozzi (che certamente aveva visto l’opera del Merisi) negli anni della sua prima maturità (1615-1618) e che a Milano verrà affiancato per la prima volta a quello di Caravaggio. Un confronto che svela in modo emblematico le due correnti artistiche contrapposte di quegli anni, il naturalismo caravaggesco e l’esplosione del barocco.
L'Ultimo Caravaggio tra eredi e nuovi maestri
L’esposizione illustra in sette sezioni un Seicento in cui gli sviluppi artistici sono esemplificati anche attraverso le collezioni dei due fratelli Doria, Marcantonio e Giovan Carlo, banchieri e mecenati di grande munificenza. Tra le oltre cinquanta opere – molte delle quali esposte per la prima volta a Milano – spicca la monumentale "Ultima cena" (40 metri quadrati) di Procaccini, presentata dopo un lungo e articolato lavoro di restauro realizzato al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale (To). Per la durata della mostra l’opera potrà essere ammirata da vicino, prima di tornare nella sua collocazione originale, la Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato a Genova, a venti metri di altezza. Sempre di Procaccini, erede della pittura dolce e aggraziata di Correggio e della rapida e abbozzata abilità disegnativa di Parmigianino, viene presentato anche un Martirio di sant’Orsola da poco ritrovato, perfettamente consentaneo all’analoga prova di Strozzi.