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Mikhail Baryshnikov: “Gli artisti e gli atleti russi non devono pagare per la guerra”

Mikhail Baryshnikov ha espresso le sue perplessità sulle modalità con cui da quando è iniziato il conflitto tra Russia e Ucraina siano stati trattati gli artisti russi. Secondo il ballerino, infatti, c’è il pericolo che la Russia venga esclusa dal mondo della cultura in maniera irreparabile.
A cura di Ilaria Costabile
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Il conflitto tra Russia e Ucraina sta avendo delle ripercussioni evidenti anche sul mondo dell'arte, soprattutto per gli esponenti della cultura russa. Molti, infatti, sono gli artisti che in queste settimane sono stati allontanati per aver espresso la loro vicinanza al Governo di Vladimir Putin. A ritenere ingiusto questo trattamento è Mikhail Baryshnikov, uno dei più grandi ballerini al mondo, che come riportato dal The Guardian, ha cercato di spiegare le ragioni per cui questo atteggiamento possa diventare pericoloso.

Le parole di Baryshnikov

Soprattutto nel mondo dell'arte, infatti, molte sono state le ripercussioni sugli artisti russi, che hanno dovuto rinunciare ad alcuni spettacoli già programmati fuori dal Paese. Tra gli esempi più noti ci sono il direttore d'orchestra Valery Gergiev e la soprano Anna Netrebko, che non hanno rinnegato i loro legami con il governo russo. Per questa ragione, quindi, Baryshnikov ha dichiarato:

Uno scambio aperto nelle arti è sempre una buona cosa. Non credo sia giusto mettere il peso delle decisioni politiche di un Paese sulle spalle di artisti, o atleti, che possono avere familiari vulnerabili nel loro Paese d'origine. Per le persone in quelle posizioni esposte, la neutralità è un'affermazione potente. E se vuoi che sia specifico, Daniil Medvedev dovrebbe giocare a Wimbledon.

La campagna TrueRussia

Il rischio, secondo uno dei più grandi nomi della danza mondiale, è quello che la Russia possa essere estromessa completamente dal settore culturale e che, quindi, non ci sia possibilità nemmeno in futuro di recuperare un terreno di scambio: "In questo momento c'è un Rubicone da attraversare per la Russia. O troverà un modo per porre fine a questo conflitto attuale e vivrà in una società globale aperta, o sarà respinto all'indietro senza speranza di ripresa". Insieme ad altri artisti, quindi, Mikhail Baryshnikov si è fatto sostenitore di una causa divulgata con una campagna GoFoundMe, dal titolo TruRussia, con la quale si impegna a far conoscere la vera cultura russa e che mira anche a raccogliere fondi per aiutare i rifugiati. Nella descrizione del progetto si legge:

Le centinaia di migliaia di ucraini che hanno perso le loro case, i loro mezzi di sussistenza, i loro cari e persino le loro vite stanno sopportando il peso maggiore del colpo. Ma anche tutti noi che parliamo russo e apparteniamo al mondo culturale russo subiamo il colpo. La stessa parola russo è diventata tossica

L'opinione sulla guerra

Il ballerino, quindi, ha espresso poi alcune considerazioni sulla guerra in atto in relazione allo stato attuale dell'arte in Russia: "È la decisione individuale di ogni artista se scegliere di parlare o meno. Da parte mia, citerò sua santità, papa Francesco. ‘La guerra è follia! Si fermi, per favore! Guarda questa crudeltà!' Mi è chiaro a chi sono dirette quelle parole. In parole povere, la Russia è già tornata ai tempi di Stalin. Le arti sono un danno collaterale ed è impossibile ipotizzare come andrà a finire". 

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