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Michela Murgia parla della sua lotta contro la malattia: “Sono stata ricoverata in terapia intensiva”

È stata ricoverata in terapia intensiva Michela Murgia che in un post Fb ha parlato apertamente della sua lotta contro la malattia e di come questa ha cambiato la sua vita: “La malattia non è una cosa di cui vergognarmi”
A cura di Chiara Ammendola
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Per la prima volta Michela Murgia parla apertamente della sua malattia, e lo fa in un lungo post condiviso sui propri profili social nel quale spiega di quanto sta affrontando ormai da qualche tempo e di come questo abbia cambiato la sua vita e continuerà a farlo, ma "la malattia – spiega – non è una catastrofe, ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri e non voglio trattarla come un segreto oscuro o una cosa di cui vergognarmi".

Meno di un mese fa erano trapelate diverse notizie su un presunto ricovero in terapia intensiva a cui lei aveva fatto accenno parlando di un intervento di chirurgia toracica all'ospedale Fatebenefratelli di Roma. Oggi arriva la conferma di quei giorni difficili e soprattutto la spiegazione del perché è stata costretta a rimandare la maggior parte dei suoi spettacoli teatrali in programma in questo periodo: "Mi avete scritto tanti messaggi per manifestare la delusione per la cancellazione delle date dei miei spettacoli delle prossime settimane – si legge oggi nel post – questo mi ha fatta sentire meno sola, purché anche io sognavo di iniziare l'anno nei teatri, incontrando le persone e tornando a guardarle negli occhi. Invece l'ho iniziato dalla terapia intensiva, a cui sta seguendo una cura lenta che richiederà ritmi molto diversi da quelli a cui ho sempre vissuto e lavorato. Certe cose potrò farle, ma altre no e i lunghi spostamenti e le situazioni fisicamente performative per adesso sono fuori dalla mia portata".

Michela Murgia, 49 anni, scrittrice e critica letteraria, non spiega nel dettaglio quale sia il male contro il quale sta combattendo ma conferma che il percorso da affrontare sarà lungo e che le cose probabilmente non torneranno come prima, ma spiega che non c'è nulla di cui vergognarsi quando si affrontano cose del genere: "La malattia non è una catastrofe – prosegue ancora – ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri e non voglio trattarla come un segreto oscuro o una cosa di cui vergognarmi. Per questo vedrete su questa pagina le cose che ho sempre condiviso […] ma di tanto in tanto compariranno anche condivisioni della mia cura, che fa parte di me come tutto il resto. Ammalarsi è normale – è la conclusione – curarsi è normale e anche scegliere in cosa fermarsi è normale. Non tornerà tutto come prima, ma quello che verrà dopo potrebbe persino essere meglio. Diamoci il tempo di farlo succedere".

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