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Messi all’asta gli oggetti personali di Avicii: sosterranno una campagna per la salute mentale

Verranno messi all’asta oltre 267 oggetti personali di Avicii, il dj svedese morto suicida nel 2018 a soli 28 anni: sosterranno l’associazione creata dalla famiglia per combattere lo stigma sociale del suicidio.
A cura di Vincenzo Nasto
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Avicii, LaPresse
Avicii, LaPresse

Dopo la Avicii Arena, nelle scorse ore, la famiglia del dj svedese, scomparso nel 2018 all'età di 28 anni, ha deciso di mettere all'asta gli oggetti personali del produttore. Un tentativo di rinforzare, anche economicamente, il grande impegno della Tim Bergling Foundation, associazione nata proprio dalla famiglia Berling dopo la morte del figlio: la stessa lavora attivamente per rimuovere lo stigma sociale associato al suicidio e ai problemi di salute mentale. Come ha dichiarato la Stockholms Auktionsverk, la casa d'aste che si occuperà della vendita, la Avicii Collection conterrà oltre 267 articoli donati dalla famiglia e il ricavato andrà devoluto alla fondazione.

Gli oggetti personali di Avicii all'asta per finanziare la sua associazione

L'asta avverrà tra un mese, il 1° ottobre a Stoccolma, ma già dal 6 settembre sarà possibile accedere allo spazio in cui verranno conservati gli oggetti del dj. La Tim Bergling Foundation nasce dopo il grande lascito dell'artista, un'eredità di oltre 20 milioni di euro che la famiglia ha deciso di destinare all'associazione. La stessa si è occupata di iniziative negli anni come Dance For Life, che mira a a sensibilizzare i giovani sulle malattie mentali e sul suicidio. Un programma nato negli scorsi mesi e che adesso ingloba, almeno in Svezia, oltre 120 scuole, 1200 classi composte da oltre 30mila studenti. Com'è possibile vedere sul profilo Instagram dell'organizzazione, i giovani partecipanti hanno dovuto eseguire una coreografia per sostenere il movimento, un'iniziativa diventata virale anche sui social.

Avicii scomparso nel 2018 a soli 28 anni

Avicii, il dj svedese autore di hit come Wake Up è morto il 20 aprile 2018 mentre era a Muscat, nell'Oman. A comunicare la scomparsa era stato il suo manager, mentre solo dopo settimane la famiglia aveva rilasciato una nota stampa: "Quando ha finito il tour, voleva trovare un equilibrio nella vita per essere felice e poter fare ciò che amava di più: la musica. Ha davvero faticato nel pensare al significato, alla vita, alla felicità. Non poteva più andare avanti. Voleva trovare la pace. Tim non era fatto per quella macchina da business in cui si è trovato a lavorare; era un ragazzo sensibile che amava i suoi fan ma evitava i riflettori".

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