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Max Pezzali sulla rottura con Claudio Cecchetto: “Motivazioni profonde difficili da risolvere”

Max Pezzali in un’intervista per Vanity Fair ha ripercorso la sua vita, dagli inizi degli 883 al rapporto con Claudio Cecchetto oggi. Sul rapporto con il figlio Hilo: “Sono uno di quei genitori che gli educatori non approvano: faccio l’amico. Poco rigore, poca autorevolezza”.
A cura di Gaia Martino
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Max Pezzali ha ripercorso la sua carriera in un'intervista per Vanity Fair. Il celebre cantante ha parlato della storia degli 883, gruppo fondato con Mauro Repetto, e del Max Forever Grand Prix, in programma per il 12 luglio all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Il cantante ha spiegato che da giovane veniva emarginato e così decise di avvicinarsi alla musica: "Volevo sentirmi culturalmente diverso e non semplicemente escluso". Sul rapporto con Claudio Cecchetto: "Quando certi ingranaggi si bloccano così è perché ci sono delle ottime ragioni".

Il passato di Max Pezzali: "Venivo emarginato, così mi sono avvicinato alla musica"

"Sono stato uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali fino al 1982-1983, il classico nerd ma forse no. Supermiope, venivo proprio emarginato perché ero il quattrocchi in vetrina, il ragionier Filini della classe", ha raccontato Max Pezzali a Vanity Fair. "Adesso è di moda raccontarlo, all'epoca ero ostracizzato e basta. Sono cresciuto un po' più tardi degli altri: loro uscivano e io ancora stavo lì a giocare, che ne so, con i pupazzetti. Finché, a un certo punto, ho spostato la mia attenzione sulla musica, su un genere un po' ostico per sentirmi culturalmente diverso e non semplicemente escluso", ha aggiunto.

Quanto al successo scoppiato ad inizio anni '90, Pezzali ha ricordato che "già il terzo album sembrava un miracolo. Non ho una voce della madonna, nemmeno una fisicità strepitosa e non potevo ambire a diventare uno showman che canta recita e balla. Credevo in un futuro breve ma eroico, consapevole della caducità del pop". Sul sodalizio con Mauro Repetto, ha aggiunto: "Sono abbastanza sicuro che, a un certo punto, avremmo abbandonato la musica con tutti i rischi contrattuali del caso: comunque a Mauro andava stretto ballare e fare i cori. Avremmo trovato altro da costruire insieme". Il celebre artista ha poi parlato del Festival di Sanremo, kermesse a cui prese parte per la prima volta nel 1995: "In quella platea non c'è nessuno che è lì per te: sono lì a vedere che cosa puoi sbagliare, non che cosa puoi fare bene. Se sei un tipo ansioso, sei finito".

Il figlio Hilo e il rapporto con Claudio Cecchetto

L'artista ha raccontato che con il figlio Hilo, nato dal matrimonio con l'ex moglie Martina Marinucci, ha un "rapporto d'amicizia": "Sono uno di quei genitori che gli educatori non approvano: faccio l'amico. Poco rigore, poca autorevolezza. Per fortuna mio figlio mi compensa: è ligio, preciso, osserva le regole, mai successo di doverlo svegliare per andare a scuola. Forse anche per la discalculia che gli è stata diagnosticata di recente, è proprio mentalmente disciplinato". Quanto al rapporto con Claudio Cecchetto, produttore discografico che lanciò la sua carriera dal quale, però, si è allontanato, ha spiegato:

Ci sono delle motivazioni profonde per cui è davvero difficile sedersi tutti e tre davanti a una birra. Quando certi ingranaggi si bloccano così è perché ci sono delle ottime ragioni. Non a tutto si può applicare l'arte giapponese del kintsugi, del rimettere insieme i pezzi. Ma è giusto: si cresce anche con gli scontri, i conflitti, le rotture.

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