Maurizio De Giovanni ricorda Andrea Camilleri: “Aveva l’anima di un ragazzo”
"Qualche volta chiedevo ad Andrea Camilleri cosa volesse fare da grande perché lui aveva proprio l'anima di un ragazzo e lui mi rispondeva che voleva sedersi sul bordo della fontana del suo paese e raccontare storie. Poi girare con la coppola e poi risedersi sul bordo della fontana del suo paese e ricominciare a raccontare storie". Maurizio De Giovanni, lo scrittore di successo che tutti conoscono per alcune delle serialità di gialli più note al grande pubblico, dal commissario Ricciardi ai Bastardi di Pizzofalcone, fino alle serie al femminile dedicate ai personaggi di Mina Settembre e Sara Morozzi, ricorda il grande collega siciliano scomparso il 17 luglio di anno fa, a 93 anni in un'intervista esclusiva a Fanpage.it.
"Il suo arrivo nella scena letteraria italiana ha segnato uno spartiacque, segnando una frattura in quella dimensione ombelicale della narrativa italiana" prosegue lo scrittore partenopeo che con Camilleri, negli ultimi anni, aveva stretto una profonda amicizia. "Non mi ritengo un suo pari, per questo nella mia libreria tengo sempre i miei libri lontano e al di sotto dei suoi, un modo per ricordarmi che lui stato il più grande".
"La sua importanza per il Paese è dovuta anche alla sua anima civile, al suo prendere posizioni e parlare pane al pane e vino al vino" conclude De Giovanni. "Per lui era inconcepibile che alcuni politici italiani, soprattutto negli ultimi anni, seminassero odio in quel modo per ottenere consensi. Il che, purtroppo, gli ha attirato anche critiche pesanti. In molti hanno smesso di seguirlo per queste sue posizioni…"