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Esami di Maturità 2024

Maturità 2024, Maurizio Caminito a Fanpage: “Non parlerei più di blog ma di Instagram e TikTok”

Il professor Maurizio Caminito ha spiegato a Fanpage la traccia dell’esame di stato che chiedeva agli studenti di riflettere su un suo scritto su come cambia la scrittura diaristica con l’avvento dei social.
A cura di Francesco Raiola
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Maurizio Caminito (per gentile concessione dell'autore)
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Tra le tracce della prova d'italiano dell'Esame di Maturità 2024 c'è la richiesta agli studenti di analizzare un testo tratto dal libro "Profili, selfie e blog" del professor Maurizio Caminito in cui si spiega in che modo la forma diaristica è cambiata con l'avvento delle nuove tecnologie e in particolare con i social e i blog – questi ultimi trattati perché il libro è del 2014 – rispetto agli anni precedenti. Abbiamo chiesto al prof. Caminito in che modo è cambiato l'approccio diaristico, perché il tema è attuale per i ragazzi e in che modo lo avrebbe aggiornato se lo avesse pubblicato oggi.

Come è trovarsi tra le tracce dell'esame di Stato?

È abbastanza sorprendente, ovviamente, mi aspetto sempre che ci siano autori ben più importanti, comunque è stato anche divertente.

Come cambia la scrittura diaristica con i blog e con i social è qualcosa che con i maturandi ha molto a che fare, forse non è la prima cosa a cui penserebbero ma è una riflessione che li riguarda da vicino, no?

È vero che di primo acchito per loro può essere importante pensare a qualche altra cosa, però se ci pensa bene da parte dei ragazzi c'è una enorme consapevolezza su come sono presenti sul web, nei social… Gli adulti pensano sempre che i ragazzi siano inconsapevoli, invece non è così, c'è una riflessione da fare. Naturalmente è importante, poi, che anche grazie a questa piccola occasione esca fuori la voce dei ragazzi, cosa pensano realmente sulla questione di come ci si rappresenta. È importante che la presenza sia consapevole, questo è il discorso interessante.

Maurizio Caminito (per gentile concessione dell'autore)
Maurizio Caminito (per gentile concessione dell'autore)

Cosa avrebbe consigliato a uno studente o una studentessa che avesse voluto trattare questa traccia?

Sicuramente di partire dalla propria esperienza personale, arrivare magari a discorsi più generali, ma partendo da sé, dalla propria bolla, della propria cerchia di amiche e di amici, partendo da alcune cose che sono successe proprio nel momento in cui uno si racconta. Perché ciò che è interessante è proprio la questione della sincerità che all'interno del web o dei social crea più problemi di quelli che invece crea il presentarsi in un certo modo dal vivo, quindi è importante che loro ne parlino e che ci riflettano sopra, anche se penso che già lo facciano. Magari sono gli adulti che non riescono a capire che questa cosa non è così inconsapevole, pensano che i ragazzi facciano e dicano cose senza avere un'idea, senza capire, invece no, penso che su questo possano uscire delle riflessioni interessanti. Anzi, sarebbe bello leggere quello che hanno scritto, ma non potrò farlo, purtroppo.

Lei ha trattato un tema che realtà cambia velocissimamente: oggi, per esempio non esiste il blog come lo conoscevamo quando è uscito il suo libro… Come lo aggiornerebbe?

Dieci anni fa il blog era una forma quasi ancora emergente, oggi parlerei delle immagini, di Instagram, di Tik Tok, parlerei della comunicazione più immediata, di quella più frammentata, ma anche più immediata. Parlerei delle storie, delle mini storie, del fatto che il raccontarsi diventa non la pagina del diario tradizionale, ma diventa il racconto di un istante.

Un storia che si forma unendo una serie di frammenti…

Tutto sommato quella del blog era anche una forma di scrittura più estesa, arrivavano anche dei piccoli saggi, mentre adesso mi sembra prevalente l'istantaneità e anche in situazione del genere che esca fuori una un'immagine reale, vera, di se stessi.

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