Maturità 2018, gli errori più incredibili degli studenti: “La Gioconda è di Giotto e D’Annunzio era un estetista”
"Gente di Dublino" di James Joyce è ambientato a Londra. "I partigiani combattevano al fianco di Mussolini" e "Dante è nato a Milano". Sono soltanto alcuni degli incredibili strafalcioni della maturità 2018 che, in alcuni casi, riscrivono daccapo storia e letteratura, messi a segno dagli studenti italiani durante gli esami di maturità di quest'anno. Tra scritti e orali, insomma, sono stati moltissimi gli errori più o meno accettabili da parte degli studenti più impreparati. Oppure semplicemente emozionati. Altro non possiamo ipotizzare se pensiamo a quel ragazzo che, durante la prima prova scritta della maturità, ha chiesto sottovoce al suo compagno di banco: "Chi ha scritto ‘Il diario di Anne Frank'?"
Non bisogna andarci giù pesante, però. E nemmeno gridare allo scandalo per l'ignoranza dei nostri ragazzi. Può succede a tutti. Anche se, a rileggere alcune di queste "prodezze" c'è da restare esterrefatti. Come quella che, nella prova d'attualità, vuole che Kim Jong-un sia dittatore giapponese oppure, parlando d'arte, che la Gioconda sia stata dipinta da Giotto e non da Leonardo. Una vera e propria enciclopedia degli errori (e degli orrori), insomma.
Secondo alcuni studenti, infatti, "I Malavoglia" sarebbero stati scritti da D’Annunzio e non da Verga, la poetica del fanciullino non sarebbe di Pascoli ma dello stesso vate abruzzese, Leopardi era un Illuminista. E sempre D'Annunzio non era un esteta, bensì un estetista. C'è poi un altro totem abbattuto: l'ideale dell'ostrica di Verga diventa "La storia della cozza", così come Dante è nato a Milano e non più in Toscana, mentre chiaramente "Gente di Dublino" di Joyce è ambientato a Londra, come sottointende chiaramente il titolo.
Anche la Geografia, come sempre, riserva perle memorabili. Secondo alcuni, infatti, il Giappone confina con la Polonia, mentre l'India si trova in Africa e – superlativo – Torino sarebbe il capoluogo della Toscana. Infine, capolavoro dei capolavori, il professore domanda: “Come si chiama la pratica con cui ci si autoinfliggono delle ferite?”. La risposta? “Autoerotismo”. Infine, non è uno strafalcione in senso stretto, ma è comunque una dimostrazione di sconquasso mentale totale, giocato dall'emozione, probabilmente. Seconda prova al liceo classico: versione di greco. Un maturando si presenta con il vocabolario di latino. A quel punto, gli astanti non hanno potuto che applaudirlo.