Matisse in mostra a Palazzo dei Diamanti
Lo straordinario Palazzo dei Diamanti di Ferrara è già di per sé un’opera prestigiosa, gioiello d’architettura rinascimentale che da sempre attira e affascina i turisti.
Dal 22 febbraio fino al 15 giugno le sale del Palazzo estense presenteranno al pubblico la mostra Matisse, la figura. La forza della linea, l’emozione del colore, che racconta la carriera del maestro francese attraverso un vivace percorso di oltre cento opere: dipinti, sculture e disegni di Henri Matisse immergeranno il visitatore in un mondo fatto di colori accesi e linee sinuose nell’intento di approfondire un ambito specifico e particolarmente amato dall’artista, ovvero la rappresentazione della figura.
Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita"
Queste le parole del pittore, nel 1908, a proposito del suo genere prediletto. Passando in rassegna i numerosi lavori di Matisse si nota che i soggetti affrontati sono vari, dal paesaggio alla natura morta, dai ritratti alle scene d’interni; ma fu in particolare la figura ad affascinarlo e stimolarlo più del resto, soprattutto la figura femminile.
Nella mostra ferrarese la figura è declinata in disegni, dipinti e sculture. In un percorso cronologico, dopo l’Autoritratto di Matisse e il Ritratto di André Derain, entrambi dei primi anni del ‘900, si incontrano perlopiù donne: nudi in bronzo o su tela, in piedi, seduti o di spalle; donne in interni, in posa, accanto a nature morte, su sfondi dettagliati o indefiniti. Le opere in mostra provengono da collezioni private e musei prestigiosi, come il Pompidou di Parigi, il MoMA di New York, la Tate di Londra. Tra i materpieces esposti a Ferrara tre lavori del 1909: il bronzo della Serpentina, la tela Nudo con sciarpa bianca (provenienti dallo Statens Museum for Kunst di Copenaghen) e la Bagnante del MoMA.
Il percorso espositivo rivela l’artista attraverso la rappresentazione della figura: da uno stile più classicheggiante all’espressionismo fauve, dal decorativismo esotico del secondo dopoguerra alla stilizzazione rivoluzionaria delle stampe del libro Jazz. C’è tutto Matisse, tutta la sua avventura, le sue evoluzioni, i suoi colori accesi, le sue linee espressive: “Abbiamo voluto ricostruire tutta la carriera di Matisse tramite il tema della figura, che era appunto quello che gli stava più a cuore”, ha spiegato la direttrice di Palazzo dei Diamanti, Maria Luisa Pacelli. Un tema, quello della figura, che è anche il più classico e tradizionale dell’arte, ma che nelle mani del maestro si rinnova senza disfarsi.
Bisogna saper guardare sempre con gli occhi di un bambino: fu questa la più forte convinzione di Matisse, ciò che lo portò a creare alcune delle immagini più amate della storia dell’arte del ‘900, ciò che gli permise di giocare liberamente col colore, le linee, le forme. L’artista deve guardare alle cose come fosse la prima volta: “occorre sapere ancora conservare quella freschezza infantile a contatto con gli oggetti, salvare questa ingenuità. La perdita di questa capacità impedisce la possibilità di esprimersi in maniera originale, ossia personale”. L’originalità, la libertà sono sempre state per il pittore condizioni necessarie per la creazione artistica: si parte dalla realtà, sì, ma poi la si filtra attraverso la propria visione interiore e la si trasfigura liberamente, secondo un nuovo personalissimo ordine e seguendo un nuovo armonicissimo ritmo.
La bellezza, secondo la visione dell’artista, è nell’armonia degli elementi compositivi, che poi sfocia nel suo tipico decorativismo: tutto avrà lo stesso peso, l’insieme creerà una visione equilibrata e piacevole che non sia necessariamente realistica, ma che sappia intonare la più giusta e serena melodia di forme, linee e colori.
Immagine principale: Henri Matisse, La danza, 1909, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo.