Matera Capitale Europea della Cultura 2019: come cambierà la città lucana dopo quest’anno?
Domani, 19 gennaio, si terrà l’attesa cerimonia di inaugurazione di Matera Capitale Europea della Cultura: inizieranno così, con un live show in diretta televisiva europea, le 50 settimane che vedranno il comune lucano al centro di un fitto programma di eventi artistici e culturali. La città si prepara dal 2014 ad ospitare l’importante iniziativa promossa dall'Unione europea, e presto ne raccoglierà i frutti: ottenere questo titolo infatti non è soltanto un’occasione indiscutibile di crescita economica, ma anche di valorizzazione di un patrimonio storico che diventa in questo modo anche più “accessibile” e alla portata di tutti.
La ricaduta più immediata di tale evento è già evidente, ed è sicuramente dal punto di vista culturale: il 2019 di Matera sarà ricchissimo di stimoli provenienti da i più svariati ambiti, con più di trecento giorni pieni di appuntamenti che mirano, in una visione d’insieme, a valorizzare l’enorme patrimonio storico, artistico e innovativo di una città ricca di fascino. Tantissimi sono già stati gli interventi di riqualificazione operati sulle antichissime chiese rupestri e sulle caratteristiche abitazioni dei “Sassi”, così come altrettanto numerose sono le iniziative collaterali che mirano a diffondere strumenti alternativi per la fruizione della cultura stessa.
Accessibilità: è questa un’altra delle parole chiave che caratterizzano l’anno di Matera e che, molto probabilmente, contribuirà a cambiarne per sempre il volto. Accessibilità sia dal punto di vista economico, attraverso ad esempio i biglietti unici che sono stati messi in vendita dallo scorso settembre e che permettono l’accesso a tutti gli eventi in calendario, sia dal punto di vista “strettamente” culturale: la possibilità di un luogo ricco di storia, che già dal 1993 è Patrimonio culturale dell’umanità dell'UNESCO, di raccontarsi nella sua totalità e, soprattutto, lasciarsi ascoltare da un numero maggiore di persone.
L’altro dato da non sottovalutare, in quanto inevitabilmente connesso alle pratiche di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale, è ovviamente quello economico: sono già state diffuse le proiezioni dell’impatto che una manifestazione come questa avrà sugli introiti a breve termine e sulle possibilità di sviluppo future (si parla di circa 30 milioni di euro). E, in questo senso, la sfida è ulteriore: non soltanto capire come sfruttare al meglio la visibilità e i soldi guadagnati, ma far sì che la crescita derivata da essi si mantenga nel tempo. Ed è possibile: molte città che in passato hanno partecipato all'iniziativa europea sono riuscite a sfruttare questa occasione come un vero e proprio trampolino di lancio verso il futuro.
Come si diventa “Capitale europea della Cultura”?
Si tratta di un’iniziativa ormai neanche troppo recente: viene lanciata per la prima volta nel 1985 da Melina Merkouri, l’allora Ministro della Cultura della Grecia. Per i primi anni si è parlato di “Città europea della Cultura”, perché erano gli stessi stati membri a selezionare all'unanimità quella più adatta a rappresentarli. Successivamente la “Capitale” è stata, com'è tutt'ora, selezionata da una procedura a cui prendono parte le stesse istituzioni europee che scelgono la vincitrice da una rosa di candidature. Nel 2000 le prime Capitali sono state Reykjavík per l’Islanda, Helsinki per la Finlandia e Avignone per la Francia, fra le altre, mentre negli anni successivi è toccato a Liverpool (Regno Unito, 2008), Guimarães (Portogallo, 2012), e Leeuwarden e La Valletta nel 2018, rispettivamente per Paesi Bassi e Malta.
Anche l’Italia ha collezionato una serie di “vittorie”, con Firenze nel 1986 (quando si parlava ancora di “Città” e non di “Capitale”), Bologna nel 2000 e Genova nel 2004. Matera ha conquistato il titolo per il 2019 sbaragliando tante altre avversarie nostrane ugualmente valide ed affascinanti come Lecce, Siena, Perugia e Ravenna. Per gli anni futuri si conoscono già le nazioni che a turno presenteranno una città come capitale culturale: all'Italia toccherà di nuovo nel 2033 ma, nel frattempo, godiamoci l’anno di Matera.