Mario Martone dà il via alla stagione del Nest con Tango Glaciale Reloaded
Lo spettacolo di Mario Martone "Tango Glaciale Reloaded (1982-2018)" dà il via alla nuova stagione Nest – Napoli est teatro – il 9 e 10 ottobre nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Quella a cui assisteremo sarà la versione "reloaded" dello spettacolo che l'autore portò in scena il 27 gennaio del 1982 al Teatro Nuovo di Napoli aggiungendo un importante tassello al panorama della nuova scena italiana che vide i quattro fondatori della compagnia Falso Movimento consegnare al pubblico una ‘nuova spettacolarità’, tra teatro e danza, musica rock, estetiche pop e citazioni. Lo spettacolo ritorna nel riallestimento a cura di Raffaele Di Florio e Anna Redi che la scorsa stagione andò in scena al Teatro Bellini di Napoli.
L'autore per introdurci così alla narrazione su cui è incentrato lo spettacolo spiega: "Tango Glaciale racconta l'attraversamento di una casa da parte dei suoi tre abitanti; dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno: un'avventura domestica che si trasforma continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio. La meccanica visiva è composta da un sistema di architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti per dodici diverse scenografie, durante un'ora, alla media di un cambio di scena ogni cinque minuti."
A distanza di quasi quarant’anni Tango Glaciale torna in vita con un nuovo cast in un riallestimento nato non solo come occasione per cogliere l’importanza e la bellezza dello spettacolo e della sua epoca, ma anche come connessione di linguaggi e sentimenti sociali differenti o, come afferma lo stesso Martone, per: "Mettere il lavoro alla prova di una generazione che nel 1982 era lontana dall’essere concepita. In questa griglia spaziale velocissima si svolge il lavoro degli attori. […] Congelato, compresso, tesissimo, lo spettacolo scoppiò la sera della prima, tra i vicoli di Napoli, dove si trovava il Teatro Nuovo e dove la gente s'era accalcata superando i muri di legno e cemento che chiudevano le strade (ancora adesso, a due anni dal terremoto), si sciolse tra gli applausi che erano nel cuore prima che nel cervello, e nelle nostre lacrime e nell'emozione di tanti".