Malinverno di Domenico Dara: “Vi porto a Timpamara, dove abita Madame Bovary”
Domenico Dara, autore di ‘Malinverno‘ (Feltrinelli), romanzo uscito da poche settimane, è un omaggio ai grandi classici della letteratura, da Madame Bovary di Flaubert al Don Chisciotte della Mancia, ma è soprattutto una profonda riflessione sulla morte, "senza sovrastrutture, né in tono funereo", dichiara l'autore calabrese ai microfoni di Fanpage.it. La storia di Astolfo Malinverno, bibliotecario e guardiano del cimitero del paesino di Timpamara, è già uno dei romanzi più interessanti della stagione 20/21.
"Astolfo Malinverno è il bibliotecario del paese di Timpamara, che a un certo punto diventa guardiano del cimitero" dice l'autore cresciuto a Girifalco, in Calabria, "Timpamara è il luogo dove i libri vanno per morire, dove c'è un maceratoio. Qui Astolfo prende i libri che possono tornare in circolazione e gli dà nuova vita. Nel paese però tutti hanno nomi di eroi di carta, c'è Marcel Proust, c'è Maupassant".
"Dapprima Malinverno non è contento del nuovo lavoro, ma un giorno nel cimitero è colpito dal ritratto di una donna, su questa lapide non c'è nome, né cognome, né date. Astolfo sta leggendo Madame Bovary di Flaubert e allora si convince che la donna sulla lapide sia Emma e se ne innamora" continua l'autore di ‘Breve trattato sulle coincidenze' (Nutrimenti).
Ma se dovesse dire di cosa parla questo romanzo? Dara non ha dubbi: "Malinverno è un libro sulla morte e sulla letteratura. La morte in particolare, ho un'ossessione per questo tema, ma volevo affrontarlo in maniera diversa, senza sovrastrutture o tono funereo, invece mi piaceva l'idea di raccontare la morte come qualcosa di naturale. E infatti, quasi per magia, il cimitero diventa un luogo di vita."
"Malinverno è un personaggio fragile, è zoppo, è un uomo che arriva dopo gli altri, la forza è la sua immaginazione. La sua fragilità, la vita di chiunque si può trasformare in una vita meravigliosa. E ci riesce grazie alla letteratura".