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L’ultimo romanzo di Luis Sepùlveda: l’inedito ambientalista scritto prima del coronavirus

Si dovrebbe intitolare “Agua mala” il romanzo ancora inedito di Luis Sepùlveda. A darne notizia l’editore italiano dello scrittore cileno scomparso ieri a 70 anni in seguito alle complicanze successive all’infezione da coronavirus. Un romanzo fortemente ambientalista, che si spera presto i lettori italiani potranno leggere.
A cura di Redazione Cultura
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Stava lavorando a un nuovo romanzo Luis Sepùlveda prima di essere colpito dal coronavirus. Il grande autore sudamericano, scomparso ieri a 70 anni, era un infaticabile compositore di storie e nuovi progetti. Fino allo scorso febbraio, prima che di ritorno da un festival in Portogallo fosse costretto al ricovero in ospedale, in Spagna, doveva viveva con sua moglie Carmen Yáñez, aveva lavorato alle bozze del nuovo romanzo, il cui titolo in spagnolo dovrebbe essere "Agua mala". A darne notizia, la casa editrice italiana dell'autore cileno, Guanda, tramite la traduttrice storica di Sepùlveda, Ilide Carmignani, una delle migliori del nostro panorama editoriale, già affollato di eccellenze in questo settore. Carmignani, per inciso, è la traduttrice dallo spagnolo in italiano anche di buona parte della produzione di Roberto Roberto Bolaño e Jorge Luis Borges.

Dalle prima indiscrezioni "Agua mala", il cui manoscritto tuttavia non è ancora in possesso di Guanda, dovrebbe essere un romanzo fortemente ambientalista che apriva in Sud America nuove sfide: alla grande industria della pesca e dell'allevamento, e ai sovranismi marcati dal radicalismo religioso.
A riferirlo ad Ansa è stata la stessa Carmignani, che ne aveva parlato con lo scrittore sudamericano ad ottobre scorso a Milano, quando Guanda aveva organizzato una festa per i suoi settant'anni.

Stava benissimo e in quell'occasione mi ha parlato del nuovo libro che stavamo aspettando. Ma non so altro, non ho visto il manoscritto, mi sono tenuta libera per la traduzione. Scriveva più libri insieme. Mi raccontava della nonna livornese e del nonno mapuche. Era una persona di una generosità estrema.

Così Ilide Carmignani, da quasi trent'anni la traduttrice italiana di Sepùlveda, a cui lo scrittore aveva affidato ogni sua parola in spagnolo, non solo nei romanzi ma anche negli editoriali che spesso Luis pubblicava sui media italiani, paese con cui ha sempre intrattenuto un rapporto speciale. Al punto che la notizia della morte è stata l'apertura di quasi tutti i giornali, molto più che in Spagna e in Cile. Sempre ad Ansa, la Carmignani ha infatti dichiarato:

C'era una particolarità di Sepulveda. Usciva prima in italiano che in spagnolo. C'era una grande collaborazione con il suo editore, Guanda. Mi arrivava la mail: ecco il libro e lavoravo sul manoscritto, a parte per il primo romanzo. In Italia ha avuto un'accoglienza straordinaria. Tutti lo amavano, ma i lettori italiani di più.

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