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L’ultima telefonata di Michela Murgia alla madre: “Mi disse che voleva morire a casa, non in ospedale”

Al Corriere della Sera la madre di Michela Murgia ha ricordato la figlia – che non vedeva da un anno – e la loro ultima telefonata.
A cura di Redazione Cultura
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Michela Murgia (LaPresse)
Michela Murgia (LaPresse)

Michela Murgia è morta il 10 agosto nella sua casa di Roma, dove ha voluto farsi trasportare quando sapeva che mancava poco. In quella casa è stata attorniata dalla sua famiglia queer, ovvero la famiglia che si era scelta e che l'aveva accompagnata in questi anni. Della sua famiglia naturale, quella che non si sceglie, ne aveva parlato in qualche interviste, soffermandosi spesso sul padre violento. Alla madre, invece, aveva dedicato Accabadora, il suo secondo romanzo, quello del Campiello, e proprio lei, Costanza Marongiu, ha parlato al Corriere della Sera del suo rapporto con la figlia, della scoperta della malattia e anche di questi ultimi giorni in cui hanno smesso di sentirsi: "Mi diceva: sto migliorando. E io ci credevo. Poi una settimana fa ha smesso di rispondermi al telefono e ho capito che stava male".

La donna ha raccontato di non poter andare al funerale della figlia, che si tiene oggi sabato 12 alle 15.30, perché le gambe non glielo permettono, ma ci andrà l'altro figlio, Cristiano, assieme alla moglie. Della scomparsa della figlia l'ha saputo proprio dal figlio e poi, come molti, ha seguito in televisione, proprio il figlio le ha riportato le ultime parole della scrittrice, che le chiedeva di non piangere. Marongiu era fiera della figlia, e contenta per quella famiglia queer che si era scelta nel tempo: "Era la volontà di Michela e andava bene anche a me, non posso dire o aggiungere niente – ha detto sempre al Corriere -. Io rispettavo le sue scelte, tutte. In effetti la famiglia queer era il suo sogno, ha sempre voluto tanta gente intorno, voleva molti amici e cosa si può chiedere di più?".

Non si vedevano da un anno, ma anche questa cosa l'ha accettata, ha capito che la figlia ha voluto esaudire i suoi sogni, dal viaggio sull'Orient Express a quello negli Stati Uniti. Si dice orgogliosa di quella figlia che descrive, da bambina, come "Vispissima, intelligentissima. A scuola era la prima della classe e si lamentava quando perdeva un colpo", sottolineando come sia fiera di tutti i suoi libri, ma in particolare dei suoi saggi, quello sulla Sardegna e Ave Mary. Non ha ancora conosciuto il marito della figlia, Lorenzo Terenzi, ma dice che ormai c'è tempo, infine ricorda l'ultima telefonata, una settimana fa, quando la scrittrice le aveva comunicato che stava per tornare a casa, perché poteva capitare in qualsiasi momento: "Mi ha detto che stava bene, che era serena. E che preferiva spostarsi a casa sua, morire a casa e non all’ospedale".

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