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Morte Michela Murgia

L’ultima telefonata di Michela Murgia al fratello: “Ha dato lei forza a noi nonostante i dolori”

A pochi giorni dalla morte della scrittrice Michela Murgia, il fratello Cristiano ha raccontato il loro rapporto.
A cura di Redazione Cultura
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Michela Murgia (Alberto Gandolfo/LaPresse)
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Dopo la madre di Michela Murgia ha parlato anche Cristiano, il fratello della scrittrice scomparsa il 10 agosto a causa di un tumore al rene, che al Corriere della Sera ha raccontato del loro rapporto, del funerale e anche dell'ultima telefonata fatta con la sorella, la mattina della morte della scrittrice. Cristiano è di un anno preciso più piccolo della sorella a cui è stato molto legato, soprattutto da bambini quando seguiva Michela nelle sue escursioni a San Giovanni di Sibris, dove, da piccoli, la loro famiglia si trasferì.

È stato Cristiano ad avvisare la madre, come quest'ultima aveva dichiarato al Corriere; l'ultima volta che ha sentito la sorella è stata giovedì mattina, poco prima che Michela Murgia morisse, quando ha voluto salutarlo: "Ha chiamato lei alle 11.14. È stata l’ultima telefonata che ha fatto, mi ha detto Roberto Saviano. Era sofferente perché i dolori erano veramente fortissimi e non riusciva più a controllarli, ma l’ho trovata consapevole, aveva la voce stanca ma serena, e questa cosa è stata molto importante quando poi sono andato da mia madre. Ci ha dato forza, ancora una volta lei a noi, pure in un momento in cui era così debole".

I ricordi, però, vanno all'infanzia e all'adolescenza, alle escursioni che Murgia organizzava, alla "scoperta di un mondo diverso dal paese dove eravamo cresciuti. Giocavamo agli esploratori. Andavamo in giro per Tharros, il sito archeologico che ai tempi era a libero accesso. Mi ha insegnato lei a nuotare, non solo nel mare di San Giovanni, ma nel mare della vita – continua Cristiano Murgia -. Mi ha tenuto per mano per tante cose, era il mio punto di riferimento. Dove andava lei andavo io, mi portava sempre appresso".

Forse toccherà a lui disperdere le ceneri della sorella in Corea del Sud ("So che è Lorenzo ad avere in mano le volontà di Michela. Se così sarà, sarò orgoglioso e felice di farlo"), intanto riflette su quanto conoscesse o avesse compreso chi fosse Michela, soprattutto rispetto alla notorietà che aveva raggiunto: "Io onestamente ancora adesso, e più che mai dopo queste settimane, mi chiedo se sono riuscito a capire chi fosse, perché per me era soprattutto la mia compagna di giochi (…). Ecco, nemmeno quando vinse il Campiello realizzai che aveva fatto qualcosa di eccezionale: per me era normale che lo vincesse, era il frutto del suo lavoro".

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