L’Ulisse di Joyce in una nuova traduzione dopo 60 anni è l’evento editoriale del 2020
L'Ulisse di James Joyce torna in una nuova traduzione. Dopo sessant'anni dalla prima edizione italiana, in libreria dal 4 giugno una nuova versione integrale del capolavoro dello scrittore irlandese, basata sull’edizione “1922” degli Oxford World Classics, arricchita da un apparato di note indispensabile per comprendere appieno la ricchezza della scrittura, edita da La nave di Teseo. Gli ingredienti per l'evento, dal punto di vista editoriale, ci sono tutti.
L'Ulisse di Joyce in una nuova edizione dopo 60 anni
A tradurre quello che Umberto Eco definì "l'ultimo romanzo ben fatto" e Vladimir Nabokov "un’opera d’arte divina, il più grande capolavoro della narrativa del Novecento", Mario Biondi, scrittore, poeta, critico letterario, narratore di viaggio e traduttore di Bernard Malamud, John Updike e Isaac B. Singer, oltre che uno dei maggiori esperti di narrativa angloamericana nel nostro Paese, che con una nota accompagna questa nuova edizione del testo.
Il mio progetto di tradurre l’Ulisse, avventurosamente e presuntuosamente avviato agli inizi degli anni Settanta, si era dovuto arenare al primo centinaio di pagine o giù di lì. Anzitutto, per campare dovevo tradurre quello che mi commissionavano gli editori, ma soprattutto l’Ulisse era troppo difficile. Dopo aver ripreso più volte in mano il progetto negli anni Ottanta e Novanta, nel Duemila avanzato – essendomi lasciato 71 traduzioni e con esse “un grande avvenire dietro le spalle” – ho creduto di potermi finalmente sentire adeguato al compito, quindi eccolo qui. È un testo di grandissimo fascino, in larga misura anche proprio per le sue oscurità volute o indotte, i suoi giochi di parole, le sue onomaturgie.
James Joyce e l'Ulisse nel 1922
James Joyce nacque a Dublino, in Irlanda, nel 1882. Lascia l'Irlanda nel 1904, dopo aver trascorso gli anni del primo conflitto mondiale a Zurigo, su invito di Ezra Pound raggiunge Parigi dove resterà vent’anni. Qui nel 1922 il grande romanzo a cui pensava da quindici anni, Ulisse, seguito nel 1939 da Finnegans Wake. Rifugiato in Svizzera allo scoppio della seconda guerra mondiale, Joyce muore a Zurigo il 13 gennaio 1941.