Louvre, Moma, Met: i musei hanno i conti in rosso. Se la soluzione fosse renderli gratis?
Da settimane sta destando scalpore la notizia secondo cui il più grande museo americano, il Metropolitan Museum of Art di New York, è in stato pre-fallimentare, nonostante i 6 milioni di turisti che lo affollano ogni anno. Nemmeno il tempo di stupirsi, da osservatori stranieri, di ciò che sta accadendo in uno dei tempi della cultura mondiale, che a seguire hanno preso a circolare altre voci secondo cui, sempre a New York sarebbe in grave crisi un altro "monumento" dell'arte contemporanea: il Modern Museum of Modern Art, conosciuto ai più come Moma. Di più vecchia data è, invece, la notizia secondo cui il museo più visitato al mondo, il Louvre di Parigi, avrebbe i conti in passivo di oltre il 50% del suo bilancio.
Cosa vuol dire tutto questo? Che, probabilmente, l'idea di fare profitti con i musei (idea che in Italia si sta diffondendo sempre più, al di là dei numeri concreti) non è poi così affidabile come si crede. Se addirittura dei siti visitati ogni anno da milioni e milioni di turisti non si reggono più in piedi, forse la questione è da ridiscutere.
Il caso del Colosseo in Italia: paga lui per tutti
E in Italia? Tranne il Colosseo, sono pochissime le realtà in attivo col bilancio, nonostante il crescente successo di presenze, come testimoniato dagli ultimi dati Istat a disposizione. Nel nostro Paese, infatti, i musei statali e i siti archeologici rendono all'anno circa 172 milioni di euro, cifra corrispondente a nemmeno il 10% del bilancio complessivo del MiBact, cioè del ministero attualmente diretto da Dario Franceschini, il quale sta fondando gran parte del suo mandato sulla crescente fruibilità dei musei statali da parte di italiani e turisti.
Eppure, al di là di ogni strumentalizzazione politica, quella cifra di 172 milioni resta quel che è: una miseria. Certo, serviranno comunque a contribuire in qualche modo al mantenimento del nostro patrimonio monumentale, ma da qui a intravedere la possibilità di un settore profittevole ce ne passa. A maggior ragione se nemmeno i grandi musei del mondo sono riusciti a far quadrare i conti.
La soluzione-Blair: rendere gratis tutti i musei
Cosa significano questi numeri? Probabilmente che, data l'enorme consistenza del patrimonio museale italiano, almeno per restare a quello mainstream (i piccoli musei li lasciamo completamente da parte, considerato che nessuno riesce a sostenersi da solo), oltre all'oggettiva mole di restauri ordinari e straordinari necessari, inseguire un modello basato sul profitto non porterà a nessun risultato.
Forse sarebbe meglio fare, come ordinò all'epoca Tony Blair con il British Museum, National e Tate Gallery, cioè rendere completamente gratuito l'ingresso ai musei statali, reperendo altrove nel bilancio statale le risorse per valorizzare il nostro immenso patrimonio.