L’opera d’arte più antica del mondo ha 73 mila anni: la scoperta degli archeologi sudafricani
Un disegno vecchio di 73 mila anni: è questa la scoperta che gli archeologi dell’Università di Witwatersrand, nel Sudafrica, hanno fatto durante una campagna di scavi alle Blombos Cave, nei pressi di Città del Capo. La raffigurazione, realizzata su una roccia piatta delle pareti della caverna, è risultata essere di estrema importanza in quanto si tratterebbe del disegno più antico mai rinvenuto. È possibile considerarla un’opera d’arte? Questa ora la domanda degli studiosi.
La zona della Blombos Cave era già nota agli archeologi come uno degli insediamenti più importanti dell’Età della Pietra. Luca Pollarolo, lo studioso che ha individuato lo straordinario reperto, ha appena pubblicato un articolo con Francesco d’Errico, archeologo della PACEA Lab dell’Università di Bordeoaux: la relazione, pubblicata su Nature, ha chiarito la natura del ritrovamento datandolo a circa 30 mila anni prima delle pitture conosciute fino ad ora e attribuendolo all’Homo Sapiens.
Il disegno è stato esaminato mediante spettroscopia: anche se il materiale su cui è stato realizzato risulta incompleto e danneggiato, è stato possibile ricostruirne la natura e il processo di realizzazione. Linee rosse che s’incrociano realizzate su una pietra liscia di silicio: ma cosa vuol dire? Al momento gli studiosi sono a lavoro per stabilire se il disegno sia stato realizzato intenzionalmente o se invece sono solo state portate in evidenza tramite lo sfregamento con una punta d’ocra.
Segno intenzionale o pura casualità? “I segni astratti conosciuti in Europa e Africa costituiscono ancora oggi un importante indicatore per ricostruire il comportamento dei primi uomini. La nostra scoperta precede di 30 mila anni i segni astratti e figurativi conosciuti fino a questo momento, e dimostra la capacità dei primi homo sapiens dell’Africa meridionale di produrre disegni di varie grandezze usando tecniche diverse”, spiegano Pollarolo e d’Errico nel loro articolo.