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Lo scrittore inglese Howard Jacobson sul Guardian: “A Napoli suore di clausura su Twitter”

Sul quotidiano inglese lo scrittore racconta la sua avventura a Napoli, dove di recente ha parlato del suo libro intitolato “Pussy” e ha incontrato tra il pubblico tre suore di clausura davvero speciali.
A cura di Redazione Cultura
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Howard Jacobson a Napoli al festival "Un'Altra Galassia"
Howard Jacobson a Napoli al festival "Un'Altra Galassia"

Vedi Napoli e poi… scopri le suore di clausura. È quello che è accaduto al famoso scrittore britannico Howard Jacobson, geniale penna umoristica, vincitore del Man Booker Prize nel 2010 con "Il segreto di Finkler" (L'Ancora del Mediterraneo) e autore di diversi romanzi di successo, tra cui lo straordinario "Kalooki nights" e, più recentemente, autore di una riscrittura romanzata de "Il mercante di Venezia" di William Shakespeare. Di prossima uscita, invece, per La Nave di Teseo, è annunciata la satira dedicata a Donald Trump (che Jacobson ha definito, pubblicamente, "l'uomo più stupido al mondo") dal titolo quanto mai ironico: "Pussy".

E proprio della prossima uscita di "Pussy" in Italia ha di recente parlato lo scrittore inglese, intervenuto al festival letterario "Un'Altra Galassia", nel centro antico del capoluogo partenopeo. Qui il brillante romanziere di origini ebraiche ha incantato il pubblico con le sue acute riflessioni sul presente e sui libri, accompagnato abilmente nella discussione dall'antropologo Stefano de Matteis.

È stato al momento di accennare al titolo "Pussy", ha scritto Jacobson in un divertente articolo apparso su The Guardian, che si è reso conto di trovarsi ospite in un convento di suore di clausura (nello specifico, il Monastero delle Clarisse Cappuccine dette le Trentatré, storico ordine di suore di clausura nel centro antico di Napoli), con tutto l'imbarazzo personale che ne è conseguito:

Ero a una piccola conferenza letteraria a Napoli per discutere di una satira che avevo scritto su Donald Trump. (Il pudore mi impedisce di menzionare il suo titolo.) Mi è stato detto che l'evento avrebbe dovuto essere tenuto in un convento, ma non ci pensavo. Ero troppo occupato, il giorno prima, a godere della passeggiata sul Lungomare (…) Solo quando mi è stato chiesto perché avessi chiamato la mia fata Pussy, mi sono reso conto della presenza di tre suore sedute sulla prima fila, che stavano ascoltando attentamente ogni parola. Perché Pussy? Dopo una pausa di riflessione eterna, ho avuto un attacco di tosse e ho lasciato spiegare alla mia interprete.

Ma l'epopea dello scrittore inglese nella città di Napoli non è finita qui. A fine incontro, le ospiti dell'incontro (per nulla imbarazzate né dal titolo del libro di Howard Jacobson, né dalle sue risposte) si sono avvicinate allo scrittore per chiedergli una foto di gruppo. In proposito, scrive Jacobson sempre su "The Guardian":

Non avevo un'esperienza di posa per una fotografia di gruppo con le suore. Qual era l'etichetta? Era anche teologicamente ammissibile? Comprendendo la mia paura, suor Pia si è stretta vicino. (Perdonami, padre…). Poi suor Paola mi ha messo un braccio intorno alle spalle. "Potete trovare la fotografia" mi hanno detto, "Sulla pagina Twitter di Suor Rosa Lupoli."

E qui, lo sgomento dell'autore di "Prendete mia suocera" e "Un amore perfetto" è arrivato alle stelle, infatti ha concluso il suo articolo su "The Guardian":

Pagina Twitter? Una santa sorella con una pagina di Twitter! C'è qualcosa della vita conventuale che non ho ancora capito.

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