Lo scrittore Antonio Debenedetti è morto a 84 anni: scrisse Monsieur Kitsch e L’ultimo Dandy
Antonio Debenedetti, scrittore, giornalista e critico d'arte, è morto a Roma lo scorso 3 ottobre: aveva 84 anni. Figlio di Giacomo, uno maggiori interpreti della critica letteraria in Italia nel XX secolo, e fratello di Elisa, storica dell'arte di consolidata fama, ha iniziato la propria carriera nel mondo del giornalismo giovanissimo, fino all'approdo al Corriere della Sera nel 1963: aveva 26 anni.
Antonio Debenedetti, da Monsieur Kitsch a Il tempo degli angeli e degli assassini
Debenedetti nacque a Torino nel 1937. Data l'attività del padre, la sua intera infanzia fu scandita dall'incontro con protagonisti di primo piano delle alte sfere della cultura e della politica italiana, come Palmiro Togliatti, Bobi Bazlen, Giorgio Caproni e Giorgio Bassani. L'esordio nel mondo della letteratura arrivò nel 1958, con la pubblicazione di Rifiuto di obbedienza. Tuttavia, Debenedetti divenne un volto noto della letteratura nostrana soltanto a partire dal 1972, quando la sua raccolta di racconti Monsieur Kitsch si aggiudicò il premio Viareggio, che vincerà nuovamente 19 anni dopo, grazie al romanzo Se la vita non è vita. Nel 2000, con Un giovedì, dopo le cinque, la sua undicesima fatica letteraria, rientrò nella rosa dei finalisti del Premio Strega (che si aggiudicò Domenico Starnone), il più prestigioso riconoscimento letterario italiano.
Moravia tra gli ammiratori
Tra gli ammiratori della sua opera c'era anche Alberto Moravia che, nel suo saggio Diario Europeo, non fece mistero di essere un estimatore della profondità di sguardo e dei personaggi tridimensionali dell'autore torinese. Scrisse Moravia: "La sua è un'osservazione più da entomologo che da ritrattista, più pronto ad infilzare con uno spillo l'insetto che talvolta convive con l'uomo, che a ritrovare tratti umani in situazioni e comportamenti da insetti".