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L’Italia è una Repubblica fondata sui nonni, ma gli over 65 non hanno sconti nei musei statali

Dopo la rimodulazione delle giornate gratuite nei musei annunciata dal ministro Alberto Bonisoli, torna la questione delle riduzioni nei musei agli over 65 che, all’epoca della riforma Franceschini, furono sacrificati in nome delle domeniche gratis nel patrimonio museale e archeologico italiano.
A cura di Redazione Cultura
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Buone nuove dall'annuncio di ieri del ministro Alberto Bonisoli: le giornate gratuite nei musei e siti archeologici dello Stato aumenteranno fino a 20 l'anno, con una diversa distribuzione che non implicherà più necessariamente la prima domenica del mese. In più, annuncia, a partire dal 2019, i giovani tra i 18 e i 25 anni entreranno nei musei pubblici italiani al costo del biglietto simbolico di 2 euro, invece che a metà prezzo come dalla riforma Franceschini in poi. Restano alcune agevolazioni ormai consolidate, come quelle per i minorenni di tutta l'Unione Europea che possono sempre entrare gratis nei nostri musei.

Un punto su cui, però, si invoca ormai da tempo l'intervento del titolare del Mibac è il ripristino di una vecchia agevolazione, uno dei peccati originali della riforma Franceschini, quando l'allora ministro, nell'istituire le domeniche gratis, cancellò il "privilegio" per gli over 65 di entrare gratis nei musei e nelle aree archeologiche, proprio per finanziare le domeniche gratuite. Scattò nel 2014, infatti, la modifica del sistema tariffario annunciata dal ministro dei Beni culturali, con cui agli anziani si imponeva di pagare il biglietto intero per entrare nel museo. Secondo il ministro Franceschini, all'epoca, si rendeva più equa la gratuità non legandola a fasce d’età, soprattutto evitando che facoltosi turisti stranieri over 65 non pagassero il biglietto.

Stessa logica, evidentemente, deve aver guidato in questa non-scelta di intervenire sulla questione anche Alberto Bonisoli. Una logica che però è del tutto priva di logica, in quanto in quasi tutti i musei è possibile basare gli sconti ai musei sulla residenzialità (all'estero è una pratica diffusissima), si potrebbe quindi facilmente evitare che facoltosi turisti stranieri over 65 entrino gratis nei nostri musei e allo stesso tempo favorire i nostri anziani, quei famosi nonni su cui si regge una parte consistente del welfare italiano. In effetti, in una Repubblica fondata sui nonni è alquanto strambo immaginare che i minori entrino gratis e i loro nonni a pagamento. Per lo sviluppo e la diffusione della cultura nel nostro Paese, è meglio spingere nonni e nipoti a trascorrere del tempo in un centro commerciale o in uno dei tanti musei del nostro Paese?

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