L’Iran nega collegamenti con l’aggressione a Salman Rushdie ma dice: “Lui è l’unico responsabile”
L'Iran ha negato qualsiasi collegamento con l'uomo che ha aggredito e accoltellato lo scrittore Salman Rushdie dopo che il Segretario di Stato americano Antony Blinken aveva accusato i media iraniani di essere contenti per quello che era avvenuto e definendo il loro atteggiamento "spregevole". Come noto, Rushdie è stato aggredito mentre interveniva in una conferenza a New York, un uomo è corso sul palco accoltellandolo più volte prima di essere fermato e immobilizzato; benché ora sia fuori pericolo le ferite riportate sono state importanti. Da anni sulla testa di Salman Rushdie pende una fatwa, una condanna a morte, a causa del libro "I versi satanici", che per anni lo ha costretto a vivere scortato.
Alle parole del Segretario di Stato americano ha risposto il portavoce del Ministro degli Esteri iraniano che ha escluso in maniera categorica qualsiasi collegamento con l'attacco e con l'aggressore, Hadi Matar, cittadino americano di 24 anni, che davanti al giudice si è dichiarato non colpevole: "Nessuno ha il diritto di attaccare la Repubblica Islamica dell'Iran" ha detto Nasser Kanaani Tehran che ha anche specificato, però, che la colpa è soprattutto dello scrittore: "In questo attacco, non consideriamo nessuno tranne Salman Rushdie e i suoi sostenitori degni di biasimo e persino di condanna"
Blinken aveva parlato di Rushdie come di uno scrittore che "ha costantemente difeso i diritti universali di libertà di espressione, libertà di religione o credo e libertà di stampa" condannando chi aveva incitato alla violenza "in particolare le istituzioni statali iraniane (che) hanno incitato alla violenza contro Rushdie per generazioni e i media affiliati allo stato hanno recentemente gongolato per l'attentato alla sua vita. Questo è spregevole".
Intanto nonostante la gravità delle ferite – Rushdie ha subito danni al fegato e a un occhio, che rischia di perdere -, le condizioni dello scrittore sono in via di miglioramento, come ha fatto sapere il figlio Zafar Rushdie: "Sebbene le ferite che gli cambieranno la vita siano gravi, il suo solito senso dell'umorismo esuberante e provocatorio rimane intatto" ha scritto in un comunicato stampa.