“L’infelicità italiana” di Maurizio Braucci: “Verso Riace in moto per raccontare i migranti”
Perché siamo così infelici? E cosa significa la nostra infelicità nel rapporto con gli altri? Il libro appena uscito "L'infelicità italiana. Vademecum sull'accoglienza, i migranti e noi" dello scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci prova a sondare il sentimento che gli italiani provano in relazione a ciò che sta avvenendo nell'ambito dell'immigrazione. Secondo Braucci, che si è mosso in motocicletta per il Sud Italia nel suo intento di carotare la realtà delle migrazioni nel nostro Paese, è necessario partire dall'affermazione "Je suis l'autre" del poeta Rimbaud, ovvero "Io sono l'altro", per capire come gli italiani riflettono il proprio malessere nell'ambito dell'accoglienza agli stranieri e nel modo in cui vediamo e trattiamo gli altri. "L'altro è diventato una minaccia, l'alterità ci spaventa" spiega l'autore. "E il modo in cui percepiamo la realtà è più importante di come sono effettivamente le cose. Da scrittore ho avvertito la responsabilità di offrire a chi ne fosse interessato delle delucidazioni, degli elementi per prendere coscienza della situazione d'oggi, dei punti di riferimento su cui riflettere".
Il viaggio alla ricerca della consapevolezza
L'autore ne "L'infelicità italiana" racconta del viaggio in motocicletta da Napoli fino alla Calabria per toccare con mano le varie realtà degli Sprar e dei Cara. Il viaggio è una ricerca della consapevolezza che ha inizio nella quotidianità. Dal quartiere Vasto di Napoli fino alle realtà calabresi, come la Riace di Mimmo Lucano, per sondare i motivi che hanno portato alle politiche anti-immigrazione attuali. Nelle prime pagine del volume l'autore visita la cappella dove è sepolto l'abate Gioacchino Di Fiore. Il monaco calabrese, nato nel 1130, fu il primo a levare il grido “Miseram Italiam” invocando l'Italia unita dopo averla vista travagliata da lotte interne, come allora. Secondo l'autore anche oggi è possibile elevare quell'urlo, quel grido di dolore e speranza, e andare a ritroso alla ricerca delle radici del nostro male:
“Tutti i nostri problemi stanno nella nostra infelicità ed essa affonda le radici nell’incapacità di ripensarci in modo diverso, di immaginare altro per noi stessi che il peso di una realtà opprimente e che ci fa sentire impotenti. ”
Le politiche di Salvini e il decreto sicurezza
A proposito di come ha funzionato il sistema finora, lo scrittore, dopo tante peregrinazioni si è formato una idea precisa:"L'accoglienza migranti è stata gestita in una logica imprenditoriale selvaggia. Il Ministro dell'interno, con il "decreto sicurezza" appena entrato in vigore, compie un autogol clamoroso perché non porta maggiore sicurezza nel nostro paese, ma crea un numero di irregolari ancora maggiore rispetto a quello che esiste. Salvini cavalca l'infelicità dei italiani: è un uomo di marketing. Il risultato sarà un esercito di irregolari che decideranno di restare sul nostro territorio."Quindi, in pratica, quale sarebbe la strada per curare l'infelicità degli italiani? L'autore trae le somme: "Gli italiani devono smettere di prendersela con gli stranieri e devono ricominciare a lottare per i loro diritti."
Come funziona il sistema dell'accoglienza
Il volume, oltre a essere un racconto delicato dal punto di vista di uno scrittore, offre una analisi accurata e leggibile su come funziona il nostro sistema di accoglienza. Lettura assolutamente consigliata a tutte quelle persone cui sfugge una visione globale sulla questione, dai famosi servizi Sprar che il decreto sicurezza difatti azzoppa, fino al funzionamento dei centri Cara, per arrivare al ruolo e alle difficoltà degli operatori sociali. Proprio per questo è stata scelta la forma del pamphlet edito da Monitor: "Non c'è stata nessuna grande casa editrice che ha voluto pubblicare il lavoro, per questo sono molto grato all'editore indipendente Monitor che ha voluto pubblicarlo". Il prossimo 8 dicembre, alle ore 18, prevista la prima presentazione del volume alla libreria Tamu in via Santa. Chiara, a Napoli.