Lil Jolie dopo Amici 23: “Con Rudy Zerbi ero incupita, il cambio con Pettinelli è stato un segno”
Lil Jolie, nome d'arte di Angela Ciancio, è stata una delle protagoniste di Amici 23. Dopo aver cominciato il suo percorso con Rudy Zerbi, ha conseguito l'acceso al Serale con un cambio insegnante, un'opportunità regalatole da Anna Pettinelli. Tra le più convincenti, anche per l'evoluzione e l'avvicinamento al cantautorato nel suo percorso nella trasmissione, ha pubblicato lo scorso 17 maggio il suo Ep La vita non uccide. Sono contenuti i tre inediti di Amici 23 (Attimo, Follia e Non è la fine) oltre a Kiss Me, ma soprattutto la titletrack e la cover di Per Elisa, la canzone con cui Alice e Franco Battiato hanno vinto il Festival di Sanremo 1981. Qui l'intervista a Lil Jolie.
Cosa hai fatto/pensato dopo l'eliminazione da Amici?
Mi sono messa in macchina, accompagno a casa e ho chiamato mamma. Le ho detto che stavo tornando, 2 ore e sarei stata a casa. L'ho presa molto col sorriso, l'ho metabolizzata perché già era una settimana che dentro di me l'avevo capito. Immaginavo proprio la carta che girava col mio nome. Ogni giorno ci pensavo e poi quando è successo, mi sono scivolati addosso otto mesi.
E invece che effetto ti fa pensare ai tuoi instore?
Sono cose che ovviamente sogni di fare, sin da quando inizi a fare musica. Da piccolina stampavo dischi finti e facevo la mia firma, immaginando un giorno di farlo veramente. Ora che sta succedendo davvero? Fa strano. Però cavolo è quello che ho sempre sognato di fare. Non vedevo l'ora di conoscere le persone che ascoltano la mia musica perché volevo fargli veramente vedere anche come sono io come persona.
C'è qualcosa più delle altre che ti è mancato in cassetta durante questi otto mesi?
Poter guardare fuori dalla finestra perché comunque non avevamo una finestra in stanza, era strano. Anche avere uno spazio mio dove potessi suonare la chitarra come faccio in cameretta. Forse anche l'approccio alla scrittura in maniera pura e genuina. Anche quello è una cosa che mi è mancata.
Come nasce il titolo La vita non uccide e come racconta il progetto?
È nata prima la canzone che il titolo dell'Ep. L'ho scelto proprio perché sento che questo pezzo sia un po' il prologo di quelli che sono anche gli altri brani. Cioè senza questa traccia non ci sarebbe, secondo me, un fil rouge all'interno del progetto. Se ascolti questa traccia, capisci veramente quello che ho voluto dire con i pezzi che sono già usciti. A volte mi è capitato di pensare che la vita fosse una merda e mi chiedevo perché mi stesse accadendo tutto questo, perché mi sentissi così. Ho scritto questa canzone per questo, pensando che le cose brutte non potranno ammazzare le cose belle. A volte lo dimentico.
L'avresti cantata sul palco di Amici?
Non credo l'avrei cantata su quel palco perché è un pezzo talmente tanto intimo a livello lirico che aveva bisogno del suo spazio e del suo tempo lontano dalle telecamere.
Quale credi sia stato il cambio più importante negli ultimi mesi, la tua nuova direzione musicale?
Quest'anno che ho passato senza pubblicare musica mi sono scoperta veramente a fondo. Ho fatto terapia, ho iniziato una ricerca interiore, ho iniziato a conoscermi meglio e a fare le cose che volevo fare davvero. Certamente, senza le cose che ho fatto prima non sarei quello che sono ora. Mi sono avvicinata tantissimo al cantautorato. Sono stata impegnata in un posto e ora è come se sentissi proprio il bisogno di viaggiare, di riscoprire.
Come mai la scelta per Elisa di Alice come cover nell'EP? E quanto ti senti vicino a Battiato?
Credo sia stato il pezzo che mi ha fatto più emozionare, già da quando ho ricevuto l'assegnazione. Ho detto vorrei essere lei, ca***, che stile. Vorrei tanto sapere come ci si sente a essere una musa di Battiato, che spettacolo può essere vivere una giornata sola con lui.
C'è una canzone che vorresti aver ispirato a Franco Battiato?
L'Animale. Perché a volte io mi sento un cavolo di animale. Ci penso quando bevo il caffè, la mattina, che sono un fott*** animale.
C'è qualcosa che più di altre ha influito sulla tua esperienza, magari l'aspetto televisivo. E c'è qualcosa che ti ha fatto male delle critiche lette sui social?
Sono sempre stata io, in tutte le mie sfumature, un essere umano. Sono anche una persona pensierosa e quindi come vivo a casa mia, con gli amici o al bar, mi sono incupita pure lì dentro. Però ho anche tante altre cose. Ho fatto me stessa e basta, senza preoccuparmi di dover apparire in un modo perché ero in televisione. Mi dispiace magari leggere delle cose online, quasi come se fossi stata etichettata come quella antipatica, che non sorride mai. Non sono affatto così e vorrei invitare queste persone a farsi un giro con me al bar.
Come ti ha influenzato il cambio in corsa, avvenuto prima del Serale, da Rudy Zerbi ad Anna Pettinelli?
Era già da un po' di tempo che avvertivo quanto all'interno della squadra non fossi così importante, proprio perché vedevo che la luce era spostata verso altre persone, per questo motivo mi sentivo incupita. A volte anche per quel motivo ero così. Non avevo mai avuto modo di parlare con Rudy e non volevo mettermi in mezzo a delle dinamiche, anche se stavo male. Quindi quando hanno fatto questa proposta ho pensato che forse fosse un segno, l'ho vissuta come se fosse un'illuminazione. Non ci ho pensato due volte e ho cambiato squadra. E infatti poi ero molto più tranquilla, soprattutto in casa. Ho lasciato andare un peso.
C'è stato un momento in cui hai avuto la consapevolezza di essere arrivata al pubblico di Amici con la tua musica?
L'ho pensato soprattutto quando ho fatto uscire Follia. Forse è stato il pezzo che comunque ha fatto più "successo". Comunque, non mi sono mai fregata delle classifiche, dei numeri, di queste cose qua. Perché se devo fare una canzone che non mi rappresenta per andare in classifica preferisco non farla. Sono del parere che le cose arrivino quando devono arrivare e se c'è una fidelizzazione del pubblico, avviene perché veramente il pubblico ti ha capito. Non voglio fare musica usa e getta.