Like, follower e stream acquistati illegalmente, chiusa la piattaforma tedesca che frodava Spotify e Youtube
Nelle scorse ore è arrivata una nuova vittoria della IFPI, la rappresentanza internazionale del settore della musica registrata: attraverso la BVMI, l'associazione di categoria tedesca, è stata vinta la causa nei confronti di Pimpyourfollower.de, un sito che offriva agli utenti la possibilità di acquistare stream, views, like e follower su piattaforme come Soundcloud, Youtube e Spotify. In questo caso, il tribunale di Dusseldorf, ha dato ragione alla BVMI, imponendo l'interruzione del servizio alla società. Solo lo scorso marzo, un uomo in Danimarca era stato condannato a 18 mesi di prigione per aver utilizzato account fake per ingannare i servizi di streaming musicale e convincerli a pagargli 2 milioni di corone danesi, oltre 260mila euro, all'anno. La frode sui dati sarebbe avvenuta tra il 2013 e il 2019.
I guadagni attraverso la musica generata da AI
Ma la chiusura di Pimpyourfollower.de è solo una delle sentenze in Germania nei confronti di siti che offrivano una mistificazione degli streaming digitali: lo scorso marzo era accaduto alla SP-Onlinepromotion. Ma ad attrare, ancora di più se ce ne fosse bisogno, l'attenzione dell'industria discografica nei confronti delle piattaforme di streaming, la comparsa dei generatori AI di musica. Solo l'anno scorso, Universal Music aveva denunciato piattaforme come Boomy per aver distribuito sulla piattaforma migliaia di brani generati con l'intelligenza artificiale, costringendo la piattaforma a ricalibrare anche le retribuzioni delle royalties. Nel frattempo, Pimpyourfollower.de sembra continuare a offrire interazione non organiche, su un dominio diverso, a cui si viene reindirizzati. In un comunicato congiunto diffuso nella prima metà dello scorso luglio Beatdapp e Beatport, presentando un nuovo servizio antifrodi, hanno stimato in 2 miliardi di dollari all’anno il costo per l’industria discografica del fenomeno della manipolazione degli stream.
Cosa è accaduto in Svezia e cosa c'entrano le gang criminali
Ma Spotify sta affrontando anche un altro problema, legato al riciclaggio del denaro. Solo alcuni mesi fa, attraverso un'inchiesta del quotidiano Svenska Dagbladet, è stato rivelato che alcune reti criminali abbiano utilizzato soldi provenienti da spaccio, rapine, frodi e omicidi per pagare streaming fake sulla piattaforma, ricevendo quindi gli introiti delle royalties. Descrivendo il processo, un investigatore della polizia ha detto che le gang avrebbero convertito gli introiti illeciti in bitcoin: quindi avrebbero utilizzato la criptovaluta per pagare le persone che vendevano falsi streaming su Spotify.