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Liceo Classico: chi lo frequenta è più predisposto a laurearsi e a trovare lavoro

Si è molto dibattuto sulla difesa del Liceo Classico, una recente indagine dimostra anche i vantaggi di avere una migliore preparazione alla laurea e di trovare lavoro più facilmente dopo averlo frequentato e dopo aver conseguito la maturità.
A cura di Silvia Buffo
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La diatriba ministeriale e i dibattiti sulla difesa del Liceo Classico continuano in maniera accesa anche sul web anche attraverso petizioni che vertono affinche tutto resti invariato. Fra le ragioni per salvaguardarlo è emersa quella legata al vantaggio, per chi ne conseguisse la maturità, di una maggiore preparazione e propensione alla laurea e al mondo del lavoro, rispetto al resto delle scuole.

Chi ha scelto il Classico lo rifarebbe

L'indagine è stata condotta da Almalaurea. Nello specifico risulterebbe che chi si diploma al Classico ha mediamente un voto maggiore alla laurea, al di là del corso di studi scelto, e si tratta solo di indirizzi umanistici ma in ogni ambito disciplinare. I punteggi degli ex studenti del Liceo Classico sono i più alti: 105, di media, contro 103 di chi esce dallo Scientifico e 99,7 di chi ha studiato a un Tecnico. La ricerca, inoltre, ha fatto emergere un altro dato, che chi ha scelto il classico, in 74 casi su cento lo rifarebbe.

Il Classico prepara bene alla laurea anche in falcoltà scientifiche

I vantaggi di aver frequentato il Classico si estendono anche alle prospettive di lavoro, che secondo la ricerca condotta da Almalaurea su 270 mila laureati nell’anno solare 2015. La predilezione nella scelta del corso di studi non è solo umanistica ma in molti casi anche strettamente scientifica come dimostra il percorso della direttrice del Cern di Ginevra, Fabiola Gianotti.

Bellezza e potenzialità degli studi classici

Del resto le mille virtù della ‘scuola per eccellenza' sono state riproposte sopratutto di recente attraverso numerosi saggi in libreria che esaltano bellezza e potenzialità del greco e del latino.

A tal proposito intressante la recente dichiarazione di Massimo Cazzulo, grecista e docente al Tito Livio di Milano:

Tradurre un testo classico significa mettere in atto un ragionamento complesso che stimola i processi analitici, sintetici, intuitivi, gnoseologici, che induce a impostare un’ipotesi di lavoro e sottoporla, poi, a critica per vedere se funziona. Questo spiega perché gli studenti del Classico ottengono risultati eccellenti anche in materie lontane dalla classicità.

 

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