Libri, per l’Istat in Italia leggono di più donne e giovani: solo 1 uomo su 3 legge
Non cresce il numero di lettori, a dispetto delle campagne di sensibilizzazione, questo certifica l'Istat con la consueta indagine sulla produzione e la lettura di libri in Italia. Nel 2018 poco meno di un italiano su due, infatti, ha letto almeno un libro l'anno, stessa percentuale dell'anno 2000 (il 40%) e in forte diminuzione rispetto al picco del 2010, quando toccò il 46,8%. Ma almeno, fanno notare da più parti, non diminuiscono. Anche nel 2018 la quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani compresi tra i 15 e i 17 anni, pari al 54,5% nel 2018, in crescita decisa crescita rispetto al 47,1% del 2016. Il che dovrebbe portare a qualche riflessione meno vaga su chi siano i veri responsabili della crisi della lettura, da individuare certamente nelle fasce più adulte. E nel genere maschile.
Per l'Istat a leggere sono le donne, male i maschi
Già. Perché l'altra notizia di cui tenere conto, secondo quanto riportato dal rapporto Istat 2018, è il seguente: tra uomini e donne c’è un divario rilevante. Nel 2018 la percentuale delle lettrici è del 46,2% e quella dei lettori è al 34,7%. In assoluto, il pubblico più vicino alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni. In questa fascia oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno. Al contrario, nessuna fascia maschile, La quota di lettrici scende sotto il 50% dopo i 55 anni mentre per i maschi è sempre inferiore al 50% in tutte le classi di età.
Più prime edizioni, meno ristampe
Le altre notizie più rilevanti, relativamente allo stato di salute dei libri nel nostro Paese nel 2018, sono le seguenti: quattro opere su dieci disponibili anche in ebook, il che significa un aumento degli investimenti in questo settore da parte degli editori. Aumenta leggermente la produzione editoriale in un mercato italiano che nel 2018 conta 1564 editori che hanno pubblicato 75758 titoli, il che ha determinato un aumento della produzione editoriale. Complessivamente l'attenzione degli editori è rivolta sulle novità: le prime edizioni, infatti, rappresentano il 61,7%, le ristampe e le successive edizioni non arrivano al 40%.