Liam Payne, l’ultima rivelazione sulla morte: “Non si è ucciso, avrebbe potuto salvarsi”
Liam Payne non si sarebbe lanciato volontariamente del balcone dell'hotel in cui soggiornava a Buenos Aires. A dirlo è una fonte anonima vicina al cantante al Mail on Sunday, noto tabloid britannico. I nuovi dettagli emergono a cinque giorni dalla morte dell'ex star degli One Direction che, come appurato dalle indagini, al momento della caduta era sotto effetto di potenti droghe allucinogene, che gli avrebbero causato attacchi psicotici e allucinazioni. Secondo la fonte, però, dopo aver avuto una crisi convulsiva nella hall della struttura, sotto gli occhi di tutti, avrebbe potuto salvarsi . Ecco perché.
Le rivelazioni al Mail on Sunday
Mentre resta ancora aperta l'indagine su chi potrebbe avergli venduto la sostanza stupefacente, una fonte anonima vicina al cantante avrebbe rivelato alcuni retroscena sulla sua morte. In base a quanto detto nelle recenti rivelazioni, il cantante "non doveva morire e non aveva intenzione di uccidersi": "Ci aveva promesso che non avrebbe mai tentato il suicidio, aveva tanti piani per il futuro", ha chiarito la fonte. Secondo la stessa persona, inoltre, che avrebbe chiesto al giornale di restare anonima, Liam avrebbe potuto salvarsi se qualcuno si fosse mosso prima per chiamare i soccorsi, dopo le convulsioni che aveva avuto davanti a tutti: "Se qualcuno avesse chiamato un’ambulanza quando è crollato nella hall dell’hotel invece di riportarlo nella sua stanza e lasciarlo lì da solo, in uno stato psicotico, sarebbe ancora con noi".
Il presunto litigio con le prostitute
Le indagini per chiarire l'esatta dinamica dei fatti continuano ma, nel frattempo, i media inglesi riportano alcuni dettagli inediti sulle ultime ore di vita di Payne, non ancora confermati ufficialmente dagli agenti al lavoro: il primo è che il cantante avrebbe ricevuto in camera tre prostitute, con le quali avrebbe litigato nella hall dell’albergo a causa del pagamento. Payne, infatti, non aveva contanti con sé. Motivo per cui si pensa anche che a procurargli la droga possa essere stato un dipendente dell'hotel. Il litigio sarebbe accaduto attorno alle tre del pomeriggio, ossia circa due ore prima di morire. Nelle ore successive, sarebbe poi tornato diverse volte alla reception, avendo anche una crisi convulsiva.