Letizia Battaglia: “Se avessi 20 anni di meno fotograferei il coraggio dei profughi”
Letizia Battaglia, fotografa, giornalista e militante palermitana, non deve solo essere ricordata per quelle foto scattate all'hotel Zagarella che ritraevano gli esattori mafiosi Salvo insieme ad Andreotti. Memorabili le sue foto in bianco e nero che hanno raccontato soprattutto Palermo, dove nel 1980 creò un collettivo di fotografi. Le sue immagini ritraevano una Palermo, divisa a metà fra miseria e splendore, uno spaccato fra le morti di Mafia e le tradizioni, scatti furtivi di sguardi di bambini e di donne, soggetti, questi ultimi che la reporter prediligeva molto ma anche scorci di strade, feste, atmosfere quotidiane. Di recente la Battaglia ha esternato nostalgia per il suo vecchio mondo fotografico, un mondo che le nuove generazioni non stanno ereditando ma anzi stanno perdendo.
Sono sempre contenta di parlare con i giovani che vita d'impegno sarebbe se non venisse trasmessa alle persone più desiderose di avere dei riferimenti? I giovani, con la fotografia, tentano di creare i loro pensieri ma non si misurano più con il mondo e questo mi dispiace molto. C'è pochissimo, quasi niente, di reportage, di indagine sul mondo, sulla tragedia, sul bello. E la colpa, per la fotoreporter, è dei giornali che, non avendo una cultura fotografica, non pensano di ospitare, con intelligenza e con generosità, il lavoro dei fotografi.
L'impegno sociale e la passione per gli ideali di libertà e giustizia di Letizia Battaglia sono sempre stati riversati nei suoi reportage: è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985 a New York il Premio Eugene Smith, riconoscimento internazionale istituito per ricordare il fotografo di Life. Con esposizioni in Italia e in Francia, nei Paesi dell'Est, Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada la sua fama è divenuta internazionale. Ma non ha mai dimenticato la sua Palermo dove da una decina d'anni si è ristabilita. A lungo aveva vissuto a Parigi ma, delusa per il cambiamento del clima sociale e per il senso di emarginazione che avvertiva, è tornata nella sua Sicilia. Ancora una volta la Battaglia predilige il vecchio mondo autentico nella vita e nella fotografia che è essa stessa testimone di vera vita.