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Les Votives: “Achille Lauro è il nostro fratellone. X Factor ci ha regalato il primo concerto con 20 mila persone”

I Les Votives, ex concorrenti di X Factor 2024, hanno pubblicato il loro primo progetto dal titolo Window. Nel frattempo, hanno chiuso 5 sold-out al Santeria di Milano, con ospite anche il loro ex giudice Achille Lauro. Qui l’intervista.
A cura di Vincenzo Nasto
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Les Votives. foto di Francis Delacroix
Les Votives. foto di Francis Delacroix

Sono stati, a un certo punto della competizione, i favoriti alla vittoria finale di X Factor 2024: stiamo parlando del gruppo glam rock Les Votives, composto da Riccardo Lardinelli (voce e chitarra), Angelo Randazzo (batteria) e Tommaso Venturi. La vittoria finale di Mimì Caruso sarà storia, ma il successo del singolo Monster e la risposta del pubblico ai primi live (5 sold out al Santeria di Milano) ha consacrato il gruppo come una delle realtà più interessanti in uscita dal talent di Sky. Sul palco con loro a Milano c'è stato anche un ospite speciale: stiamo parlando di Achille Lauro. Qui l'intervista alla band.

Quando è scattata questa esigenza nella vostra vita?

Penso che ognuno di noi si sia sentito diverso in alcuni momenti della propria vita, ma il senso di quest'album è accettare anche queste diversità. Le difficoltà e le imperfezioni possono diventare il nostro cavallo di battaglia e non il tallone d'Achille.

In che modo anche la scelta di un progetto completamente in lingua inglese può denotare questo bisogno di essere accettati, anche senza compromessi?

Per noi è stata la scelta naturale, abbiamo sempre ascoltato e suonato musica anglofona. Ovviamente non ci chiudiamo ad altre possibilità, a brani in italiano. Questo è il nostro primo progetto e abbiamo fatto ciò che c'è venuto più naturale fare, magari in futuro ragioneremo diversamente.

In che modo X Factor vi ha agevolato nella produzione di quest'album?

Credo che la cosa su cui ci ha fatto lavorare di più è una nostra coscienza collettiva: ci ha aiutato a capire le persone, il nostro pubblico, grazie al fatto di aver avuto un'esposizione sicuramente più ampia.

Vi aspettavate invece i cinque soldout al Santeria di Milano?

No, eravamo già contenti di come fosse andata la trasmissione e dell'affetto del pubblico, però non ti aspetti mai nulla. Non abbiamo la sfera di cristallo (ride ndr). Poi siamo stati sorpresi dall'affetto del pubblico dopo le prime due date che erano uscite, quella di Roma e Milano, sold-out in pochissimo tempo.

Come avete retto il peso dell'aspettativa post X Factor?

Partivamo da zero aspettative. Abbiamo cercato di affrontare le cose come sempre e apprezzare tutto ciò che ci arrivava. Proviamo estrema gratitudine per tutto ciò che c'è successo.

E la sorpresa di Achille Lauro sul palco del Santeria?

Abbiamo un grande rapporto con lui, ormai ci sentiamo quasi quotidianamente. È diventato il nostro fratellone e ci ha saputo dare tanti consigli già quando siamo usciti dal programma. Poi è normale che siamo entusiasti che abbiamo aperto con noi la serata al Santeria: era la nostra prima data, del nostro primo tour della vita. Ha un significato sicuramente importante. È una persona incredibilmente stakanovista, però di cuore: si nota già in pubblico, ma conoscendolo privatamente lo si avverte ancora di più.

Tra i brani di Window, c'è qualche sorpresa, come Priscilla.

Sì, per il suono che abbiamo raggiunto in quel brano, è la nostra traccia preferita, o almeno è quella che ci rispecchia di più. Abbiamo cercato di dare diverse sfumature in ogni brano, dare la possibilità di far abitare mondi sonori diversi in maniera coesa.

E invece con gli altri finalisti del programma?

Pochi giorni fa siamo stati al concerto dei Patagarri, c'erano anche gli altri, come Francamente. Ci sentiamo un bel po' telefonicamente, anche perché in questo momento siamo un po' sparsi per l'Italia, ma il rapporto rimane. Cerchiamo di vederci ai concerti quando possiamo, anche perché in questo momento siamo tutti un po' impegnati. A Roma abbiamo visto i Punkcake.

Che ricordi avete della finale a Piazza Plebiscito?

È stata un'emozione incredibile, una piazza dove hanno suonato Pino Daniele e tanti grandissimi della musica mondiale. Poi il primo live, davanti a 20mila persone, un'emozione unica.

C'è un'immagine che ricordate di quella sera?

Sicuramente un momento di panico, della serie "il bello della diretta". Quando siamo saliti per suonare Adele (hanno cantato Someone Like You, ndr), c'erano un po' di interferenze sul palco. Avevamo le cuffie per sentire tutti gli strumenti e non si sentiva la chitarra, come se nessuno stesse suonando. Fortunatamente ci accorgiamo nella diffusione delle casse esterne dell'impianto che la chitarra c'era, perché a un certo punto avevamo pensato di staccare e andare con il microfono tra il pubblico. Avremmo cercato di salvare la situazione.

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