Leonardo da Vinci, scoperte alcune reliquie: utili a ricostruire il DNA del maestro
Ci sono personalità del passato, scienziati, artisti o filosofi, che ancora oggi conservano un'aura di mistero e leggenda fuori dal comune. Uno di questi è senz'altro Leonardo da Vinci. Da anni ormai, si parla dell'ambizioso progetto di ricostruire il DNA del maestro, e chissà, di risalirne così alle fattezze e scoprirne i segreti ancora sconosciuti. Una svolta nelle “indagini” è arrivata qualche giorno fa: sarebbero state scoperte due “reliquie” appartenenti a Leonardo, contenenti tracce di materiale biologico.
La scoperta è stata annunciata da Agnese Sabato, presidente dell'Associazione internazionale Leonardo da Vinci, e Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci. I due storici lavorano fianco a fianco da anni al “Leonardo Project”, un piano di ricerca internazionale che mira appunto alla ricostruzione del genoma leonardesco a partire dai documenti e dai dipinti che il maestro ha lasciato.
Si tratterebbe di oggetti che, analizzati, potrebbero costituire, ad oggi, l'unica “traccia” biologica valida ai fini della ricostruzione del DNA del maestro.
Una storia frammentaria
Le tracce del corpo di Leonardo da Vinci si perdono nella storia. È quasi certo che alla morte, avvenuta nel 1519, il maestro venne seppellito nella cappella di Saint-Hubert ad Amboise, in Francia. Il luogo è stato più volte distrutto da guerre e saccheggi e poi ricostruito: nel 1863 viene improvvisamente scoperto uno scheletro accompagnato dalla scritta, su una lapide, “Leo dus Vinc”. Circa dieci anni dopo, nel 1874, i resti vennero ricomposti e ricollocati nella cappella di Saint-Hubert, ma non c'è mai stato modo di confermare che il corpo sepolto in terra francese fosse effettivamente quello di Leonardo.
Le reliquie che oggi sembrerebbero poter risolvere il “mistero” Leonardo provengono da un collezionista privato non identificato: gli studiosi hanno verificato e confermato la veridicità dei reperti, associabili allo scheletro di Amboise.
La sfida del “Leonardo Project”
La minuziosa ricerca di Sabato e Vezzosi era iniziata nel 2000, con indagini sui quadri e sui manoscritti del maestro, nel tentativo di rintracciare le sue impronte digitali. Centinaia di impronte sono state raccolte e catalogate dal “Leonardo Project”, senza però fornire, almeno fino ad ora, il materiale biologico necessario all'analisi del DNA. Ora, con la scoperta di questi reperti e con le altre innumerevoli novità emerse negli ultimi anni sulla genealogia di Leonardo, il “sogno” di tracciare e ricostruire il suo codice genetico sembra essere vicino alla realizzazione.
Nell'aprile 2016 Alessandro Vezzosi annunciava l'esistenza di numerosi discendenti di Leonardo da Vinci ancora in vita. Ora, grazie alla ricca genealogia e alle reliquie, la ricerca può proseguire. Al momento sono stati “tracciati” i discendenti provenienti dal padre di Leonardo, Ser Piero, ma i ricercatori stanno lavorando per rintracciare anche la linea materna: una scoperta che, se fatta, potrebbe davvero rappresentare una svolta. Trovare i discendenti della madre, vivi o morti, significherebbe poter recuperare il DNA mitocondriale di Leonardo, che viene trasmesso appunto attraverso la linea materna.
Un unico obiettivo: quello di trovare il DNA di Leonardo entro il 2019, per celebrare in grande il 500° anniversario della sua morte. Chissà che il genio leonardesco (e anche il corpo, in questo caso) non ci riservi altre sorprese.