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L’editoria italiana rallenta dopo l’effetto Covid: in calo fumetti e saggi, resiste la narrativa

Nel 2021 l’editoria italiana aveva visto un forte incremento di vendite con una tendenza positiva fino all’anno scorso. I primi dati del 2024 mostrano però un rallentamento nel mercato con dati parziali che fanno riferimento a saggistica e narrativa.
A cura di Elena Betti
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(Getty Images)
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Durante il covid gli italiani si erano riscoperti grandi lettori portando a un forte incremento delle vendite con una tendenza rimasta in positivo fino allo scorso anno. Il giro d’affari dell’editoria italiana aveva infatti chiuso il 2023 con una crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente, corrispondente al 3,439 miliardi di euro. I primi dati del 2024, rilasciati dall'AIE, Associazione Italiana Editori, sembrano però mostrare un’inversione di rotta. I dati, che per ora fanno riferimento solo alla saggistica e alla narrativa, tenendo conto sia delle vendite nelle librerie online che in quelle fisiche, mostrano un – 0,1% delle vendite nei primi sei mesi dell’anno, corrispondenti a 675,8 milioni di euro. Questa solo una parte del rapporto dell’editoria 2024 rilasciato dall’Associazione, che, sebbene evidenzi dei cali di vendite, mostra anche il buon posizionamento degli autori italiani all’estero. Ciò su cui l’AIE vuole far riflettere è che dopo il salto del 2021, l’editoria italiana ha faticato a crescere e anzi, pare abbia perso terreno. Secondo il presidente dell’Associazione Ignazio Cipolletta, questi sono “segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni”. Di fatti circa un mese fa gli editori italiani avevano fatto appello al Ministro della Cultura Alessandro Giuli chiedendo più soldi e interventi nel rilancio di biblioteche e librerie.

Il report delle vendite

Il Rapporto rilasciato dell’AIE mostra le vendite dei primi sei mesi del 2024. In totale per il momento si parla di 46,1 milioni di vendite, 900mila copie in meno rispetto al 2023. Per quanto riguarda la distribuzione, le librerie fisiche continuano a mantenere la percentuale più alta di vendite con il 53,7%, seguite dall’online con il 41,7% delle vendite, un leggero calo rispetto invece a quello più preoccupante della grande distribuzione che ora tocca il 4,6%. Il report permette di avere una lente d’ingrandimento anche sui generi più o meno venduti. La narrativa conferma la stessa crescita dello scorso anno, soprattutto quella degli autori italiani con il 5,4%, ma anche degli stranieri con un + 3,1%. Se questi due sono trend positivi, ce ne sono però tanti negativi. Il più preoccupante è il – 4,8% dei fumetti, ma anche il – 2,8% nei libri per ragazzi e – 3% per la saggistica generale e il -1,6% nella saggistica specialistica.

Buchmesse Francoforte (Getty Images)
Buchmesse Francoforte (Getty Images)

L’editoria italiana nel mondo

Nonostante queste piccole battute d’arresto, l’editoria italiana si posiziona come la quarta in Europa e la sesta nel mondo grazie alla costante apertura verso l'internazionalizzazione. L’analisi che l’AIA fa è in relazione a una comparazione sulla condizione dell’editoria italiana oggi e nel 1988. Quell’anno, infatti, proprio come quello corrente, l’Italia è stata ospite d’onore alla Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte. Dall’88 i titoli pubblicati sono triplicati, il mercato è cresciuto del 108% e le vendite del 124%. A tal proposito Cipolletto commenta: “L’editoria ha dimostrato in questi anni solidità e capacità di rinnovamento", ma aggiunge preoccupato che "senza politiche industriali organiche e di lunga prospettiva, oggi rischiamo di perdere la sfida dell’innovazione rispetto a cambi epocali come quello imposto dall’intelligenza artificiale. Nell’anno in cui siamo Paese Ospite – alla Buchmesse di Francoforte –, torniamo a essere un esempio per gli altri Paesi europei”.

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