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L’editore di Zerocalcare sul no a Lucca Comics: “La sua scelta va rispettata, i lettori l’hanno capita”

Abbiamo chiesto a Michele Foschini, fondatore di Bao Publishing, editore di Zerocalcare, come stanno vivendo questi giorni di polemica dopo che il fumettista ha cancellato la sua presenza a Lucca Comics & Games a causa del patrocinio di Israele.
A cura di Francesco Raiola
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La scelta di Zerocalcare di non presenziare al Lucca Comics & Games a causa del patrocinio di Israele e lo scoppio della guerra a Gaza ha scatenato un dibattito – talvolta duro, con momenti anche violenti – che dura da giorni e che ha visto mobilitarsi il mondo del fumetto, dell'associazionismo (portando altri artisti e associazioni come Fumettibrutti e Amnesty a cancellare la propria presenza), del giornalismo e della Politica, portando a dire la sua anche al Ministro e Vicepremier Matteo Salvini. Con un post sui suoi social Zerocalcare aveva annunciato così la sua assenza: "Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema (…) Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno" aveva scritto il fumettista, spiegando in maniera circostanziata il perché per lui non era possibile essere a Lucca in questi giorni. Una scelta diventata una valanga cresciuta giorno dopo giorno: a fare da schermo tra Michele Rech, vero nome di ZC, e il resto del mondo è stata, come sempre, la sua casa editrice, Bao Publishing (che pubblica anche i gemelli Asaf e Tomer Hanuka, autori del manifesto della manifestazione, che pure hanno scelto di non essere in Italia), che ha appoggiato la scelta del suo autore, mantenendo, però, lo stand in quella che è la più importante fiera del fumetto italiano. Abbiamo chiesto al suo fondatore e direttore editoriale, Michele Foschini, di raccontarci come stanno vivendo questi giorni di polemiche, minacce e offese e cosa si poteva fare per evitare quello che è accaduto.

Con la scelta di Zerocalcare vi siete trovati nel classico occhio del ciclone: com’è stato e com’è navigarci? 

Noi siamo abituati ad adattare i nostri programmi alle esigenze degli autori, anche all’ultimo momento. Nell’occhio del ciclone, in realtà, c’è sempre calma, la decisione di Zerocalcare ci ha visti compatti e determinati a rispettarla senza esitare.

A proposito di strumentalizzazioni, si è mosso addirittura un Ministro e Vicepremier come Salvini: che ne pensate delle sue parole?

Credo che ci sia così poca dimestichezza, da parte dei più, con il mondo del fumetto, che è facile dire cose che, dal nostro punto di vista, sembrano fuori luogo. Magari questa sarà l’occasione per conoscerlo meglio.

Vi aspettavate che diventasse una questione politica di queste dimensioni?

Non ci preoccupa. Il fumetto è da sempre veicolo di schiette e radicate opinioni politiche, non è engagé da oggi o da ieri.

Ho letto attacchi mediatici da chi potevamo aspettarci (a destra) ma anche un po’ di “fuoco amico”. Ci sei rimasto male o fa parte del gioco quando ti muovi in un certo campo?

C’è stato molto smarrimento, è così inusuale che i dibattiti interni del mondo del fumetto tocchino l’attualità e le convinzioni profonde delle persone, che reagire in modo saggio e impeccabile è davvero cosa di pochi. Anche qui: c’è spazio per tutte le opinioni, purché espresse con onestà intellettuale e da persone informate sui fatti di cui si parla.

Facciamo un passo indietro: com’è stata discussa la scelta di ZC di non partecipare a Lucca Comics?

Ne abbiamo parlato internamente, cercando di convincere l’organizzazione a spiegare meglio, pubblicamente, le ragioni e i parametri di quel patrocinio che improvvisamente sembrava così incongruo, a molti. Quando ci hanno detto che non pensavano fosse necessario spiegare alcunché, Zerocalcare non ha potuto che dire che non sarebbe più potuto venire. Si è peraltro premurato di spiegare chiaramente che il suo era un atto di astensione e non di boicottaggio, e che non invitava nessun altro a fare lo stesso.

Voi siete comunque lì col vostro stand, una scelta che avete difeso anche sui social. Vogliamo spiegare perché non c’è nulla di contraddittorio in questa scelta?

Non c’è contraddizione perché una Casa editrice è il veicolo e il megafono delle narrazioni e dei valori di tutte le sue autrici e i suoi autori, e così come eravamo eticamente tenuti a rispettare il volere di Zerocalcare, dovevamo anche venire a promuovere il lavoro e le idee dei nostri altri ospiti.

Nel post scrivete anche di minacce e offese: continuano? 

Il post è un messaggio che esiste online, ed è proprio nell’ambiente della rete, dove è facile perdere il controllo dei toni che si usano, che non ci è molto piaciuto leggere certe parole. Quella frase era una pacata lamentela per il trattamento ricevuto dai soliti, solerti leoni da tastiera.

I lettori cosa hanno detto di questa situazione? Com’è la situazione allo stand?

Dal vivo, qui a Lucca, tutti sono gentilissimi con noi, comprensivi e dispiaciuti per l’accaduto. Ci pregano di dire a Zerocalcare che tifano per lui e che sperano di rivederlo presto. Nei padiglioni questa cappa pesante di polemica partigiana non si sente affatto.

Della scelta di Asaf e Tomer Hanuka (vostri autori) ne eravate a conoscenza? Che ne pensate?

Lo abbiamo saputo poco prima che venisse diramato il comunicato ufficiale. Li comprendiamo, la situazione avrebbe polarizzato le domande a loro tutte in una sola direzione. Ci siamo scritti, e ci hanno detto di rispettare la scelta di Zerocalcare, che ha agito secondo coscienza, così come hanno fatto loro. Speriamo di rivederli presto, perché Tomer in particolare non lo vedo dal 2015, mentre Asaf dal 2021. Contavo di cucinare per loro, durante questa Lucca.

In un’intervista a Fanpage Emanuele Vietina, direttore generale di Lucca Comics&Games, ha confermato la sua stima a ZC. Come cambia, se cambia, il rapporto con Lucca?

Il rapporto con i fan che vengono a Lucca, con chi alla fiera ci lavora e con la manifestazione stessa non cambia. Certo, a polvere posata sarà il caso di ragionare su come meglio gestire la comunicazione in futuro, perché sono fermamente convinto che con un comunicato esaustivo prima di sabato scorso sarebbe stato molto facile disinnescare le polemiche. Viviamo in un’epoca di iper comunicazione, stare zitti zitti sperando che uno shitstorm non succeda non è mai una tattica efficace.

Allarghiamo il campo – e non saprei dirti se è il dito o la luna: il fatto che un fumettista riesca a creare un dibattito del genere è sintomatico della crescita del fumetto anche nel dibattito pubblico oppure resta ancora un caso isolato che si fa enorme perché strumentalizzato?

Zerocalcare è un unicum, perché la sua influenza va oltre il mondo del fumetto e anche oltre il mondo letterario-editoriale. In questo la sua capacità di catalizzare l’attenzione quando manifesta il suo pensiero è qualcosa di obiettivamente raro. È però vero che il fumetto è ora a tutti gli effetti considerato un linguaggio autorevole anche nel dibattito pubblico. Mi spiace solo che ce ne si ricordi più nei momenti di tensione che in quelli in cui potremmo usare questo potere per edurre, ispirare e testimoniare.

L’ultima domanda è: Zerocalcare come sta?

Grazie di avermelo chiesto. La risposta autorizzata è: "So’ vivo. So’ stato mejo, ma pure peggio". Diciamo che spero davvero che stia presto meglio, ecco.

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