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“Le nuvole e i soldi” di Tiziano Scarpa: amore, morte e baci nella poesia di un grande scrittore

È uscito da poco in libreria “Le nuvole e i soldi”, volume di poesia di Tiziano Scarpa. La prima raccolta organica dell’opera in versi dello scrittore vincitore del premio Strega nel 2009 con “Stabat Mater”. Amore, morte, i figli non avuti, la paura della povertà: non solo perle poetiche ma un viaggio dentro ciò che vuol dire esperire il reale.
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È uscito da poco in libreria un volume di poesia di Tiziano Scarpa, il funambolico romanziere, performer e drammaturgo vincitore del premio Strega nel 2009 con il romanzo "Stabat Mater". Si intitola "Le nuvole e i soldi" ed è pubblicato da Einaudi nella sua "Collezione di Poesie", collana che annovera alcuni dei più grandi poeti del passato e del presente. Non è un caso. Perché Scarpa, oltre che scrittore raffinato, dimostra all'interno di una prima raccolta organica delle sue liriche, di essere anche ottimo poeta.

Le coppie che si baciano di giorno

cancellano la gente che c’è intorno.

Svanisce la città

e anch’io mi sento già

andare via da me senza ritorno

Così recita un semplice quanto perfetto componimento. All'interno del volume, infatti, non vi sono incastonate solo alcune notevoli liriche che candidano queste 128 pagine da cui è composta la raccolta a completare il discorso attorno a uno scrittore poliedrico e multiforme (cosa che sapevamo già), ma v'è tutto un ragionamento su ciò che è esperienza, reale o immaginaria (che alla fine sono la stessa cosa), a partire dalla quotidianità sempre un po' assurda dell'amore, della morte e del danaro, che fortifica con spessore e qualità quella rinascita poetica che, negli ultimi tempi, si suol dire si stia imponendo dalle nostre parti.

Insomma, se oggi uno scrittore come Scarpa pubblica una raccolta di poesia, vuol dire che non ci troviamo solo davanti a stupidate da social. E questo, come appassionato lettore, mi tranquillizza. Orizzonte forse un po' arduo da imporre vista l'aria che tira, dove "disintermediare e distruggere" sembrano essere le parole d'ordine, ma che val la pena comunque proporre non avendo noi che campiamo di parole altri strumenti che quelli dello studiare e conoscere, e poi del trasformare questo studio e questa conoscenza in parole – e uno come Tiziano Scarpa ne ha davvero parecchie al suo arco – con cui a dimostrare che abbiamo uguali diritti civili e sociali per legge, ma non siamo tutti uguali per quanto riguarda le capacità artistiche. Menomale, direi.

Tra le svariate poesie che il lettore potrà scegliere come la sua preferita – in cui frammenti di vita quotidiana ed esperienze reali si mischiano a riflessioni e all'esperienza della morte, la paura di diventare poveri, le tragedie famigliari, i figli non avuti, i fatti epocali, la cronaca spicciola – ve ne sono alcune diventate già virali su internet, come segnalava qualche giorno fa il vivace account Twitter di Einaudi:

O altre, come quella riportata in copertina, che chiarisce in pochi versi il senso estetico di questo raccolta:

Nel cimitero della mia città
vengo a rubare i fiori.

Non li darò a una donna.
Non sono per nessuno.

Con gli occhi bassi, li offro
alla parola amore
che ho imparato dai morti.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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