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Le meraviglie archeologiche del regno di Chu, per la prima volta in una mostra europea

Per la prima volta in Europa, reperti mai visti come giade, bronzi, strumenti musicali, meravigliose testimonianze dell’antichissimo Regno di Chu, arriveranno per una grande mostra fruibile dal 13 marzo al 25 settembre nelle tre sedi del Museo Nazionale Atesino di Este a Padova, del Museo Archeologico Nazionale di Adria a Rovigo e di quello di Arte Orientale di Venezia. I capolavori, riemersi dopo 2.500 anni grazie a imponenti operazioni di scavi, racconteranno una civiltà che prese corpo intorno all’VIII secolo a.C., affermandosi quasi in parallelo con quella romana.
A cura di Silvia Buffo
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Ornamento in giada intagliata raffigurante un drago
Ornamento in giada intagliata raffigurante un drago, risalente al periodo dei regni combattenti

‘Meraviglie dello Stato di Chu', è la grande rassegna espositiva frutto di un accordo tra Italia e Cina, e più precisamente tra Veneto e la Provincia cinese del Hubei. Il progetto è promosso, per parte italiana, dai comuni di Este e di Adria, dalla Soprintendenza Archeologia del Veneto, dal Polo Museale del Veneto, col supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Regione del Veneto. I curatori sono Adriano Madaro e Wang Jichao, che hanno selezionato i reperti rispettivamente dei musei veneti e di quello di Hubei per costruire questo inedito e ideale parallelo tra antichissime culture.

Lo stato di Chu nacque come regno militare per poi espandersi al punto di diventare una vera e propria potenza che ebbe il suo momento di massimo splendore nel successivo Periodo degli Stati Combattenti, dal 453 al 221 a.C. Il regno copriva un territorio vastissimo della Cina centro-meridionale, attraversato in parte dal maggiore dei fiumi cinesi, lo Yangzi, conosciuto come il Fiume Azzurro e fino all'area dell'attuale Shanghai. Riuscì ad annettere i territori confinanti, con il passare del tempo la sua aggressività militare si placò via via. A prevalere fu l'interesse per la bellezza delle arti, come la musica e la sofisticata lavorazione del bronzo.

L'assoluta qualità dei reperti archeologici rinvenuti nella provincia di Hubei testimonia la supremazia del regno non solo dal punto di vista militare ma anche culturale. Le armi e le preziosissime giade erano emblematiche dei valori dello Stato di Chu: la supremazia terrena ottenuta con la guerra e il consenso celeste attraverso l'offerta del bene più prezioso. I bronzi rituali erano rappresentati della ricchezza e del prestigio della classe nobile.

I preziosi reperti sono giunti dopo oltre due millenni e mezzo e tuttora testimonia l'altissimo livello di realizzazione, sono stati rinvenuti persino strumenti musicali, parte di vere e proprie orchestre, sono segno di una padronanza dell'arte musicale senza eguali al mondo nel V secolo a.C. Le campane di bronzo niuzhong e yongzhong restano le opere più significative, si fanno ricordare per la loro forma insolita e la speciale lavorazione, sono espressione d'oggetti d'arte ma anche testimoniano eccezionali conoscenze in ambito musicale.

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