"Il mio modo di lavorare è da selvaggio, seguo l'istinto". Pablo Trincia torna con un nuovo racconto seriale con il podcast ‘Le guerre di Anna‘, disponibile sulla piattaforma Audible. Una coinvolgente narrazione in 7 episodi da circa 45 minuti ciascuno in cui conosciamo, da un lato, una donna straordinaria, Anna Prouse, italiana di 50 anni che oggi vive e lavora a San Francisco, e lotta contro un tumore incurabile al cervello che le ha sconvolto la vita. Dall’altro, riviviamo attraverso il potere dei suoi ricordi e della sua voce la sua esperienza a Baghdad e a Nassiriya, i due attentati a lei diretti e la fatwa a cui è scampata. Il suo racconto si intreccia alla storia recentissima dell’Iraq e ad avvenimenti cruciali per la storia mondiale: dal regime di Saddam Hussein, l’attentato alle Torri Gemelle, quello a Nassirya e agli anni dell’occupazione americana dell’Iraq, raccontati anche dalle voci di diversi testimoni che hanno vissuto quel tragico periodo in prima persona.
Come mai la scelta di intrecciare due piani temporali?
Una sola storia, da sola, non avrebbe retto. Intrecciate, invece, queste due linee temporali consentono la messa a fuoco di una vicenda umana incredibile. Quella di una donna che ha attraversato la storia recente, quella con la maiuscola, ed ha affrontato la morte un numero di volte impressionante. Riuscendo sempre a uscirne viva.
In concreto come hai lavorato a questo materiale?
Un pezzo de ‘Le guerre di Anna' è la ricostruzione storica della guerra in Iraq, una guerra sporca, come sappiamo, messa in piedi attraverso un apparato incredibile di bugie e fake news. Via via, documentandomi soprattutto sul sonoro e sui materiali d'archivio, il format è diventato da storico più narrativo, intrecciando i diversi piani di questa straordinaria figura.
Rispetto a ‘Buio', altro grande successo dei tuoi podcast, ‘Le guerre di Anna' sembra molto diverso. In cosa?
Per raccontare la storia di Anna mi sono allontanato dallo schema narrativo che avevo utilizzato per ‘Buio’, così da dare il giusto spazio agli avvenimenti incredibili della sua vita e permettere a tutti di conoscere da vicino e con la voce di testimoni diretti alcuni momenti fondamentali della storia recente. Se ‘Buio’ teneva insieme più storie, accomunate dall’avere per protagonisti personaggi comuni che si ritrovano ad attraversare il buio e a venirne fuori, qui Anna è la sola protagonista.
Venendo ad Anna Prouse: ha avuto davvero una vita incredibile. Come l'hai conosciuta?
Durante la guerra in Iraq, ero lì da inviato delle Iene e la incontrai. Mi apparve subito come una donna incredibile, che faceva un lavoro fondamentale. Peraltro, da civile che si occupava di ricostruzione, era fermamente contraria a quella guerra. Una guerra che ha rischiato di ammazzarla diverse volte. Una volta in un attentato a colpi di mitra da cui è sfuggita in maniera rocambolesca, una seconda con un missile che le è piombato nel posto dove viveva.
Poi?
Per anni, dopo quel primo incontro, ci siamo tenuti in contatto, ma per un lungo periodo non ci siamo più sentiti. Poi, durante il primo lockdown scopro che viveva a San Francisco e da qualche tempo aveva sconfitto un tumore al cervello per cui, soltanto pochi anni prima, un medico le aveva dato non più di qualche mese di vita. Mi è sembrato un segnale clamoroso del modo in cui questa donna fronteggia la morte da sempre, sconfiggendola.
Sembra incredibile.
Lo è. Per questo tutto il podcast ruota intorno alle vicende della sua vita eccezionale che ci permette, nel seguirle e ricostruirle, di attraversare la storia mondiale e capirne forse meglio alcuni aspetti senza mai perdere di vista la storia particolare, quella di una persona che ha affrontato infinite battaglie e che ci insegna a non arrenderci mai e a combattere sempre.