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Le cinque opere d’arte che costano di più

Le cinque opere più costose della storia dell’arte. Cinque manufatti che secondo la casa d’aste Sotheby’s, che ha divulgato una lista aggiornata al 2014, sono dei record assoluti in fatto di valore.
A cura di Luca Marangolo
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In una calda sera d’estate di molti anni fa il grande romanziere italiano Aldo Busi, conoscitore esperto, in quanto scrittore, delle leggi della mondanità, si presentò al museo Archeologico di Napoli per per assistere a una mostra Francesco Clemente e lì espresse, rispondendo da alcuni giornalisti, un concetto che è rimasto d’allora in poi impresso nella mente di chi scrive quest’articolo. A delle giovani orecchie suonava, per così dire, provocatorio, ma già profondamente vero: Il valore di un’opera d’arte è nel suo costo. È infatti nel destino delle arti plastiche che il valore sociale che vi attribuiamo si misuri in moneta sonante. Nell’arte contemporanea il tratto è denaro, il talento è denaro e l’opera ha un valore in quanto costa. È semplicemente la regola con cui si orienta il mercato (e dunque il mondo) dell’arte contemporanea.

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Ecco perché ci ha attratto subito la notizia che sta rimbalzando di network in network, di carta stampata in carta stampata, quella per cui la casa d’aste Sotheby’s ha da poco reso pubblica la lista delle opere d’arte più care del mondo. Sì, le opere d’arte più care al mondo. Vediamone cinque, cinque opere, secondo l’ormai consolidato uso del listing, che sono fra le più care al mondo, in ordine ascendente, va da sé, di prezzo.

Al quinto posto di questa nostra classifica troviamo la celeberrima L’Homme qui marche, di Alberto Giacometti, che stando alle stime di quest’anno dovrebbe essere l’opera scultorea più pagata nella storia dell’arte ed è valutata ben 92 milioni di dollari. Novantadue milioni di dollari.

Al quarto posto di questa avvincente, danarosa classifica per i magnati del vernissage, abbiamo, com’era ovvio un Picasso. E il Picasso più costoso si chiama Nu au plateau de sculpteur, un’opera degli anni trenta, che è arrivata a toccare il picco assai ragguardevole di Novantacinque milioni di dollari. Picasso, giudicate voi.

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Ci avviciniamo alla vetta, la tensione sale, il montepremi aumenta e il portafogli si svuota: a tali vertiginose altezze artistiche e economiche troviamo un’opera del grande maestro e inventore della pop art, Andy Warhol, quando Sotheby’s battè all’asta la cifra sconsiderata di 105 milioni di dollari per la serie fotografica Silver Car Crash.  

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Eccoci arrivati a meno due, a un passo dal massimo che fin ora sia mai stato pagato per un’opera d’arte, a un passo dalla realizzazione più piena del nesso fantasmagorico che è ormai nell’inconscio di tutti quelli che sono interessati all’arte contemporanea: Arte = denaro. Ed ecco che troviamo un vero capolavoro, l’angosciante e brillante opera di Edward Munch e grande icona dell’arte moderna: L’urlo. L’urlo è stato venduto, sempre da Sotheby’s, per quasi 120 milioni (119.900).

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Rullo di tamburi: a battere il record storico di vendite nel maggio del 2014 è stata un'opera veramente rappresentativa del secondo Novecento, il meraviglioso trittico dal titolo “tre studi su Lucien Freud”. Un’opera che Francis Bacon licenziò nel 1969, e che anche un po’ una summa della sua ricerca visiva.

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