Le 10 donne che hanno cambiato il mondo nel 2019
Scienziate, attiviste, politiche, artiste e sportive: le donne del 2019 sono state tutto questo. Come ogni anno, a fine anno, si tirano le somme del tempo trascorso misurando anche i traguardi che, tramite personalità di spicco, la nostra società ha saputo raggiungere: nel caso delle donne i traguardi sono stati tanti, così come i primati, ma anche come le difficoltà e le sconfitte. Scienziate, attiviste, politiche, artiste e sportive: le donne del 2019 sono state tutto questo. Greta Thunberg, Carola Rackete, Havrin Kalaf, insieme alle italiane Fabiola Gianotti e Beatrice Venezi: ecco le 10 donne che hanno cambiato il mondo nel 2019.
Greta Thunberg, attivista
Classe 2003, è la più giovane ad entrare nella lista delle donne più importanti del 2019. Al suo nome è legato uno dei temi più dibattuti dell’ultimo anno, ovvero quello dell’emergenza climatica: tutto inizia il 20 agosto 2018, quando Greta Thunberg salta la scuola per restare per ore seduta davanti al Parlamento svedese con l’iconico cartello “Skolstrejk för klimatet”. Il suo invito allo “sciopero scolastico per il clima” in breve tempo è stato raccolto dai ragazzi di tutto il mondo, e dalla pubblicazione del libro “La nostra casa è in fiamme” ai discorsi al Parlamento europeo e alla COP 25 in Cile è stato un attimo: un grande esempio che ha dimostrato che nessuno è troppo piccolo per farsi ascoltare, e per provare a fare la differenza.
Sanna Marin, Primo Ministro finlandese
Nonostante all'indomani della sua nomina a Primo Ministro Sanna Marin abbia affermato con chiarezza di non aver mai “pensato all'età o al genere”, il suo caso è diventato di rilevanza internazionale. Forse non tanto in Finlandia, dove le donne in politica ci sono sempre state (un Primo ministro donna si ebbe già nel 1926), ma nel resto del mondo dove, ancora oggi, pensare di non guardare più al successo o alle conquiste delle donne come un fatto “eccezionale” e “straordinario” è ancora difficile. Di primati, comunque, Sanna ne ha già collezionati alcuni: è la più giovane prima ministra del mondo, oltre che del suo Paese, ed è sempre stata in prima linea nella lotta per i diritti civili essendo figlia di una coppia di genitori dello stesso sesso. Un esempio importante su molti fronti, a cui guardare.
Rebecca Salter, Presidentessa della Royal Academy
Il 10 dicembre 2019 la Royal Academy of Arts ha scelto il suo 27° Presidente: e, dopo due secoli e mezzo di predominio maschile, è stata la volta di una donna. Si tratta della sessantaquattrenne Rebecca Salter, originaria del Sussex ed esperta di arte e cultura giapponese, nonché artista e scrittrice di due importanti volumi dedicati proprio alla confluenza fra Oriente e Occidente nelle arti a stampa. Rebecca Salter si è detta entusiasta del suo nuovo incarico, in un anno importante come quello del 250° anniversario dell’accademia: con lei, arriva un cambiamento che si attendeva da tempo.
Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN
Nonostante la novità che la Salter rappresenta per il mondo accademico britannico, parlare di donne e arte è sempre più facile di quanto non sia accostare donne e scienza. Ma l’esempio di Fabiola Gianotti, come quello di centinaia di sue colleghe ricercatrici, è importante: ma perché? Perché il 6 novembre 2019 è stata selezionata, per la seconda volta, come direttore generale del CERN di Ginevra: nel 2014 era stata la prima donna ad avere avuto tale incarico e oggi, con un mandato che durerà fino al 2025, è il primo direttore della storia in assoluto a vedere rinnovato il suo mandato. Un sodalizio, quello fra donne e scienza, che grazie a lei diventa duraturo.
Alexandria Ocasio-Cortez, membro del Congresso USA
"Da dove vengo io il codice postale determina il destino. E donne come me non è previsto che corrano per il Congresso": Alexandria Ocasio-Cortez ha però smentito se stessa diventando, a soli 29 anni, la più giovane donna mai eletta alla carica parlamentare nella storia degli Stati Uniti d’America. Una donna forte e tenace che della sua storia di portoricana cresciuta nel Bronx ha fatto il punto di forza della sua lotta personale e politica: soprattutto nell'ultimo anno, infatti, Alexandria è comparsa spesso sulle prime pagine del quotidiani per i frequenti attacchi subiti dal presidente Trump ma, soprattutto, per le sue idee in materia di sanità pubblica, università, prigioni e ambiente. La dimostrazione che anche “se non è previsto”, è possibile.
Carola Rackete, capitano della Sea Watch 3
“La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare tre università, sono bianca, tedesca, nata in un paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto ho sentito un obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità”: basterebbe questa affermazione, rilasciata prima di entrare a Lampedusa, per spiegare perché Carola Rackete è stata una delle donne più emblematiche di questo 2019. 31 anni, cinque lingue, laurea in scienze nautiche, master in conservazione ambientale, esperienza quasi decennale in mare fra i ghiacci del Polo Nord e poi, successivamente, con Greenpeace e Sea Watch. Avere molto da perdere e compiere scelte difficili, e saper riconoscere il proprio posto di privilegio nella società, mettendolo in discussione, non è cosa da tutti.
Nasrin Sotoudeh, avvocato
33 anni di carcere e 148 frustate: è stata questa la condanna per Nasrin Sotoudeh, avvocato iraniano per i diritti umani che già negli scorsi anni aveva fatto parlare di sé per le sue battaglie contro la condizione della donna e contro la pena di morte. Nel 2019 la condanna è stata confermata anche in appello, e ad oggi, risulta essere una delle più dure mai inflitte negli ultimi anni agli attivisti per i diritti umani: diritti che, nel caso di Nasrin, passano per la rivendicazione della possibilità di scelta se portare o no il velo.
Hevrin Kalaf, segretaria del Kurdish Future Movement
Morire a trentacinque anni, in guerra, nel 2019, non è un fatto raro. Ed è ancora meno raro se si è donne, e se la guerra che si combatte è quella per il Confederalismo Democratico del Rojava. E anche se Hevrin Kalaf aveva scelto di combattere questa guerra attraverso l’attività politica che le aveva guadagnato il soprannome di "ministro degli Esteri del Rojava", e non imbracciando un fucile come le migliaia di altre donne ancora impegnate al fronte, la sua morte ha decisamente cambiato il 2019. Assassinata il 12 ottobre 2019 durante un’operazione militare turca, Hevrin da anni era in prima linea per il riconoscimento dell’identità del popolo curdo e per i diritti delle donne che, nella storia di questo popolo, hanno da sempre una rilevanza fondamentale.
Beatrice Venezi, direttore d'orchestra
Beatrice Venezi, classe 1990 e nata a Lucca, è la direttrice d’orchestra più giovane d’Italia. Nel 2017 il suo nome inizia a risuonare in modo importante nei teatri di tutto il mondo, dal Giappone al Libano all’Argentina, sfidando un ambiente che, ancora oggi, è fortemente legato alle figure maschili. Il 2019 per lei è stato un anno speciale: inserita da Forbes nella classifica delle 100 donne italiane più influenti al mondo, ha pubblicato il suo primo libro, “Allegro con fuoco. Innamorarsi della musica classica” (UTET), e pubblicato il suo primo album “My journey. Puccini's Symphonic Works”. Beatrice non ha mai badato alle difficoltà connesse al suo essere donna in un ambiente come quello della musica classica e, in punta di piedi, lo sta lentamente rivoluzionando.
Megan Rapinoe, calciatrice
Il 2019 è stato un anno importante anche per tutte quelle donne che, ancora con fatica, cercano di determinare loro stesse attraverso lo sport. E, soprattutto quando si parla di calcio, non è cosa semplice da farsi. Lo hanno dimostrato le centinaia di atlete impegnate nel Mondiale femminile, e lo ha dimostrato lei, la donna che da questa esperienza è uscita vincitrice su tutti i fronti: Megan Rapinoe, dopo aver strappato il titolo mondiale con le sue compagne della nazionale statunitense, è stata premiata anche con il Pallone d’oro 2019 e con la Scarpa d’oro: ma, ancora di più, Megan non ha mai dimenticato l’impegno necessario per vincere, fuori e dentro il campo.
Questo è il mio impegno per tutti: fare quello che si può fare. Fare quello che devi fare. Uscire da te stesso. Siate di più, siate migliori, siate più grandi di quanto non siate mai state prima. Se questa squadra è il risultato di quello che succede quando lo si fa, per favore prendeteci come esempio. Abbiamo caricato sulle nostre spalle molto per essere qui oggi, per festeggiare con voi oggi, e lo abbiamo fatto con il sorriso. Quindi facciamo lo stesso per tutte noi.