Lazza: “Volevo fare il disco della vita, il feat con Pausini non mi è stato imposto, lei spacca”

Nelle scorse ore è uscito Locura, il nuovo disco di Lazza, a due anni dall’incredibile successo di Sirio. Dall’invito a Laura Pausini al rapporto con la fama, passando per Sanremo, qui l’intervista a Lazza.
A cura di Vincenzo Nasto
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Lazza, foto di BOGDAN 'CHILLDAYS' PLAKOV
Lazza, foto di BOGDAN ‘CHILLDAYS' PLAKOV

Con un disco di diamante di Sirio che potrebbe arrivare nei prossimi mesi, le aspettative per Locura, il nuovo album di Lazza sono altissime. Una nuova dimensione della propria fama che l'autore milanese ha potuto notare anche nella presentazione del primo singolo, allo scorso Festival di Sanremo, quando da super ospite di Amadeus, ha cantato 100 messaggi. Poi l'attesa, l'annuncio di un tour nei palasport italiani quasi completamente sold-out e un listening party dell'album nelle scorse settimane, che ha visto Lazza esibirsi con l'Orchestra Sinfonica di Milano nel piazzale Angelo Moratti, alle spalle dello stadio San Siro. Tra le sorprese dell'album, sicuramente la presenza di Laura Pausini nell'intro Zeri in più (Locura), ma anche quella di Lil Baby in Canzone d'odio, che sottolinea anche il suo status internazionale raggiunto negli Stati Uniti. Locura è uscito da poche ore: qui l'intervista a Lazza.

Com'è stato lavorare a Locura, con le aspettative di un successo senza precedenti come Sirio?

Tragico. Anche perché purtroppo ho avuto la sfiga di nascere in un paese in cui la musica non piace già prima di ascoltarla. Ho sentito: "Non farà mai come Sirio, è impossibile". La stessa cosa l'avevo sentita con Sirio quando era uscito Re Mida perché era ‘il disco della vita'. Io cerco di fare sempre il disco della vita, anche in periodi diversi.

Musicalmente, dove credi che Locura sia cambiato di più rispetto a Sirio?

Sicuramente sono cresciuto e ho parlato di cose che negli altri dischi c'erano meno. Spero che la gente riesca a cogliere questo, che sappia leggere tra le righe.

E invece com'è nato il pezzo con Laura Pausini?

Inizialmente io ho trovato questo campione su YouTube di questo cantante spagnolo dallo stesso titolo dell'album tra l'altro (Locura, brano di José Luis Perales del 1991). Avevo anche fatto le strofe e il ritornello e questa parte sua all'inizio e alla fine della canzone. Ma poi ho pensato: ‘Cavolo, io sono italiano. Ha senso che faccia partire l'album con una top line in spagnolo?'. Ho pensato perciò di proporlo a Laura (Pausini), anche perché abbiamo un rapporto d'amicizia da un paio d'anni, c'è stima reciproca. Io la conosco da quando ero bambino, perché mia madre mi faceva ascoltare le sue canzoni spesso e volentieri.

Qual era il suo pensiero?

Lei mi conosce da un po' meno, ma ha sempre ribadito pubblicamente che le piace quello che faccio. Mi è sembrata un'ottima occasione per coinvolgerla: lei si è prestata perché non era facile nella sua posizione salire su un disco come il mio, soprattutto cantando una cosa che ho scritto io. Insomma la collaborazione è nata così e il bello è che la gente si aspettava tutto tranne questo. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che anche i suoi fan hanno apprezzato la canzone.

E invece con Lil Baby?

È qualcosa di incredibile, perché avevamo questo pezzo da un po' e prima di proporlo all'estero avevo scritto 3 seconde strofe che non mi convincevano. Poi l'ho proposto a e sono contento di avere un pezzo con Lil Baby anche perché, secondo me, è un pezzo telefonato (nelle sue corde).

Ti senti più Al Pacino o John Cazale, citando "Quel pomeriggio di un giorno da cani" che hai citato in Giorno da cani?

In realtà, il film l'ho visto da piccolo e dovrei riguardarlo per risponderti. Ma in generale, ti dico Al Pacino perché è uno dei miei attori preferiti, e non per Scarface. Sono più fan di Carlito's Way.

Uno dei messaggi che ha anticipato l'uscita dell'album è: "La fama è tossica". C'è qualcosa di più tossico della fama che hai provato in questi anni, soprattutto dopo che il tuo successo è uscito dai "confini rap"?

Ti direi di no, anche perché più tossico della fama, ci sono le relazioni. Ma anche quella con la fama è una relazione tossica, quindi no.

Dopo Sirio, c'è stato il secondo posto al Festival di Sanremo nel 2023. Dopo Locura, dobbiamo aspettarci la vittoria.

Ti dico: al momento non sento l'esigenza, sto bene così. Ho un tour che, come il precedente, è andato sold-out senza Sanremo. Poi vedremo, se avrò un pezzo valido che riterremo valido e avremo il piacere di presentarlo, lo faremo, altrimenti va bene anche così.

L'hai detto anche in Zeri in più (Locura).

Ti preciso solo questa cosa, che è un messaggio che voglio lanciare da artista. Io non ho mai bisogno di fare le cose che faccio, le faccio sempre per piacere. Sia Sanremo che il feat con X o Y, sappiate che ho scelto io. Se c'è quel nome lì con me è perché mi andava, e non perché me lo abbia imposto qualcuno. Mi è capito di leggere che Laura Pausini nel mio disco fosse una trovata di qualcuno. Non è una trovata, è lì perché le voglio bene e spacca.

Già nel mixtape J con Rondo, avevi dato spazio a nuove figure nella scena, come Rondodasosa per esempio. Mentre adesso, in un disco come Locura, arrivano anche due ragazzi come Artie5ive e Kid Yugi. Ti senti un po' il "padre musicale" di questa nuova scena?

Mi sembra un po' presuntuoso, anche perché sono ancora giovane. Mi sento sicuramente uno che ha contribuito a portare questo genere dov'è oggi e sono contento di coinvolgere due ragazzi nel mio disco. Anche perché, quando ero io il giovane promettente mi sono state fatte tante promesse da artisti più famosi e più grandi di me, che non sono state mantenute. Mi piacerebbe quindi poter utilizzare la mia esposizione per spingere come posso. Poi sono due ragazzi che rispetto, ognuno con le sue caratteristiche: Artie è uno dei ragazzi con l'attitudine più figa che c'è in giro, mentre Kid Yugi è la penna più interessante della nuova generazione e da filo da torcere anche ad artisti più grandi di lui. Mi fa piacere coinvolgerli anche per una roba extra: sono due ragazzi riconoscenti.

La cosa che più ti ha gasato nel registrare un disco come Locura?

Credo l'America. Andare negli studi all'estero dei produttori che quando sentivano le mie top line dicevano: ‘Damn, veramente?'.

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