Laurent Chehere fotografa le case volanti
Laurent Chehere è un fotografo francese nato a Parigi nel 1972. Il suo animo lo spinge a curiosare tra i sobborghi della sua città, a girare tra le periferie, a viaggiare tra i paesi del mondo alla ricerca di immagini e scatti artistici. Ed è proprio da questi spostamenti, da queste osservazioni, che nascono le Flying Houses, uno dei suoi più incredibili progetti.
Chehere afferma di aver voluto ridare vita a case ed appartamenti che spesso rischiano di passare inosservati durante le frettolose camminate di tutti i giorni, in condizioni che ormai ci appaiono "noiose" e banali. Da un lato, quindi, egli ha deciso di dedicarsi ad un aspetto per così dire architettonico dell'abitazione, estrapolandola dal contesto e regalandole luce propria, sottolineandone i contorni e lo stile. Dall'altro invece, il fotografo francese ci regala un misto di fotografia, osservazione della realtà e una buona dose di immaginazione, creando un vero e proprio mondo all'interno di ogni flying house. Perché, per l'appunto, le case volano, e non hanno più nulla a che vedere con il nostro mondo. Esse si staccano da terra, con tutto il loro "habitat". Creano un altro universo, una dimensione in cui tutto può accadere. Lasciano alla realtà solamente dei frammenti come l' edilizia o le presenze di alcuni soggetti, umani e non.
La Grande Illusion
Ne La Grande Illusion, un gruppo di Africani lascia il proprio paese per l'illusione di un'altra vita, e il loro punto d'arrivo altro non è che un insicuro appartamento a Parigi. Ad accompagnarli ci sono figure di animali, quasi come si trattasse di una contemporanea arca di Noè. Il nome della strada è "Rue de l'esperance", quella alla quale si aggrappano con tutte le loro forze queste persone. La bambina sul tetto indica qualcosa in lontananza, come fa chi ha appena trovato la propria "terra promessa".
Caravane
La protagonista qui è una roulotte disordinata, malandata e sporca, da cui emergono due figure: un padre col suo bambino che guardano consapevolmente l'obiettivo presentando la loro "casa" che si riscatta volando. Il caravan è numerato, come tutte le abitazioni "normali" che hanno un numero civico. I panni stesi mostrano che l'abitazione è vissuta, che in poco spazio si tenta di creare un vero e proprio mondo in cui non manchi nulla.
Sans Concession
Chehere riprende addirittura una tomba: in fondo anche questa è una casa. Tuttavia, quanto debole è la persona che vi "dimora", tanto lo è la sua struttura che, prendendo il volo, non solo comincia a sgretolarsi, ma perde anche il suo abitante, che inesorabilmente va in mille pezzi, in maniera passiva, senza che vi sia reazione alcuna.
Le Ballon Rouge
Dalla finestra di un albergo apparentemente malandato, emerge la figura di un bambino che cattura lo sguardo con il palloncino rosso che tiene tra le sue mani. Mentre gioca, le sue braccia si trovano al di fuori dalla ringhiera del balcone, che quasi sembra costringerlo all'interno di quello spazio. Le sue speranze, forse, sono riposte proprio in quel palloncino, che potrebbe farlo volare come fanno gli uccelli intorno al palazzo.
E così via, attraverso abitazioni che vanno a fuoco, animali intrappolati in appartamenti, piccole case borghesi perfette nella loro anonimia da sembrare disegnate da un bambino. Il viaggio di un fotografo on the road sempre alla ricerca di nuove architetture da analizzare e confrontare con la propria immaginazione.