Lancillotto, il manoscritto ritrovato. “E’ quello letto da Dante e Boccaccio”

È stato fortuitamente rinvenuto in una casa di campagna in Liguria ed è uno dei manoscritti medievali più importanti scoperti in Italia negli ultimi anni. Si tratta del frammento risalente al XIV secolo di 56 fogli di un codice allestito a Firenze, contenente l'unica traduzione italiana ad oggi nota del più celebre romanzo arturiano, il Lancelot en prose, ovvero la storia d'amore tra Lancillotto e Ginevra; forse il testo che addirittura poterono leggere Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. I proprietari (che desiderano rimanere anonimi) lo hanno affidato al ricercatore Luca Cadioli, che ne ha fatto oggetto della sua tesi di dottorato all'Università di Siena. Il manoscritto è stato poi donato alla Fondazione Franceschini di Firenze. Verrà presentato al pubblico e sottoposto alla valutazione dei principali esperti della letteratura cortese oggi, 31 maggio, alle 15,30, presso la sede dell'ente.
Secondo Cadioli, il codice è una scoperta "molto importante", perché finora del Lancelot en prose si conoscevano solo copie in lingua originale. Il ritrovamento "in sostanza mette fine ad un'anomalia – dice lo studioso – visto che finora erano conosciute solo copie in lingua originale. Si può dire che questo manoscritto entra di diritto nella storia della letteratura italiana del XIV secolo". Il codice rinvenuto sarebbe stata realizzato proprio a Firenze, nel 1300, da due copisti (entrambi toscani): è composto da 8 quaderni non rilegati, in pergamena di riuso, proveniente da manoscritti di natura giuridico-notarile. La numerazione dei fogli, antica, arriva fino a pagina 296, segno che il codice doveva contenere il romanzo fin dalle sue origini.